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Sardegna, disastro Covid: "Centomila giovani in pochi giorni", cos'è successo davvero in discoteca

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Un po’ abbiamo esagerato, ma siamo stati reclusi tre mesi”. Le giustificazioni dei giovani sono più sconcertanti dei loro atteggiamenti: fino a ferragosto ragazzini dai 14 anni in su hanno fatto il bello e il cattivo tempo in Sardegna e in particolare in Costa Smeralda, dove con la complicità dei gestori dei locali che dovevano guadagnare a tutti i costi non c’è stato il minimo rispetto delle norme anti Covid. Le conseguenze sanitarie rischiano di essere devastanti, non per le condizioni dei giovani che hanno contratto il virus e sono in stragrande maggioranza asintomatici, ma per la facilità con cui possono far circolare il contagio soprattutto tra i soggetti più a rischio una volta rientrati a casa.

Stando alle indiscrezioni di Repubblica, in 10 giorni di agosto ci sono stati almeno 100mila giovani che si sono accalcati nelle discoteche e nei localini in Sardegna: “Hanno fatto il casino che hanno fatto e poi se ne sono andati sereni. Hanno ignorato le regole. Anche i padroni dei locali che devono guadagnare hanno chiuso un occhio. E come li fermi quando ballano in cento o duecento?”. Anche in cinquecento in realtà, visto che è la capienza media di una discoteca e dal momento che di locali così in Sardegna ce ne sono almeno duecento. Ora i giovani che sono rientrati e sono risultati positivi sono terrorizzati e hanno i sensi di colpa: qualcuno è dovuto addirittura ricorrere all’ospedale, ma l’aspetto più preoccupante è che possono esserci in giro migliaia di giovani positivi rientrati dalla Sardegna. 

 

 

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