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Ciro Grillo e lo stupro, "Era solo un gioco". Le sue dichiarazioni ai carabinieri: la frase che gli costerà il processo?

 Ciro Grillo

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"Lei era consenziente, era tutto un gioco e nessuno l’ha costretta a bere": queste le dichiarazioni spontanee che Ciro Grillo - accusato insieme a tre suoi amici per stupro di gruppo - avrebbe reso ai carabinieri della compagnia di San Martino di Genova, delegati dalla procura sarda di Tempio Pausania, che si sta occupando del caso. La presunta violenza ai danni di una 19enne italo-norvegese e di una sua amica, infatti, sarebbe avvenuta nella villa di Ciro in Sardegna due estati fa. I pm, però, non gli hanno creduto e ieri è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per tutti e quattro i ragazzi coinvolti. 

 

 

 

Il 25 giugno gli indagati dovranno presentarsi davanti al giudice, che poi dovrà decidere se rinviarli a giudizio oppure no. Le accuse - come riporta La Stampa - sono pesantissime: si parla di stupro di gruppo "per aver costretto la ragazza abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psicofisica dovuta all’assunzione di alcolici a compiere atti di natura sessuale". Dunque le giustificazioni, le indagini e le memorie difensive non sarebbero servite a nulla perché per la Procura la violenza e gli abusi ci sarebbero stati.

 

 

 

Il processo, come racconta La Stampa, si giocherà molto anche su quanto è emerso dal web. Tra le fonti di prova dei pm, infatti, ci sono "l’acquisizione ed elaborazione dei dati informatici di Facebook, Instagram e social network riguardanti i soggetti coinvolti attraverso foto, post e like". E non solo. Ci sarebbero anche "intercettazioni telefoniche e ambientali", "consulenze informatiche e psicologiche" e "indagini sui cellulari dei quattro indagati, ma anche di Silvia, parte offesa nel procedimento".

 

 

 

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