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Green Pass, la statale no-vax: "Come resto a casa fino a dicembre". Schiaffo agli onesti (e se ne vanta pure)

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Una dipendente del comune di Roma ha spiegato in un’intervista rilasciata a Leggo - in cui ovviamente ha voluto mantenere l’anonimato - come si comporterà a partire da venerdì 15 ottobre, quando l’obbligo di Green Pass verrà esteso a tutti i lavoratori. La misura durerà almeno fino al 31 dicembre, data in cui è fissata la fine dello stato di emergenza. Questa dipendente non è vaccinata e quindi non è in possesso della certificazione verde, né intende fare i tamponi ogni 48 o 72 ore.

“Nei primi giorni farò un paio di tamponi - ha esordito nella enunciazione del suo piano anti-Green Pass - poi giocherò d’astuzia, prendendo i giorni di malattia, le ferie, le ore di lavoro che devo recuperare. Usando dieci giorni di malattia, aggiunti ai due tamponi, di fatto già arrivo a fine ottobre. Mi rimangono due mesi, ma tra ferie, recuperi di festività e via dicendo, dovrei riuscire ad arrivare fino al 31 dicembre. Certo, alla fine di questi mesi sarò comunque stremata. I colleghi vaccinati fanno mobbing e se la mascherina è lievemente abbassata ti richiamano subito”.

Ma la signora non ha paura di morire per Covid, o quantomeno di finire in terapia intensiva? Dato che la malattia viene sviluppata quasi esclusivamente da non vaccinati: “È una questione ideologica - ha affermato - non lo farei neppure se fossi certa di non correre alcun pericolo. Io prendo le mie precauzioni, rispetto le distanze, porto la mascherina, bevo tante spremute di arancia, prendo la vitamina C. Non mi sono mai ammalata”. E speriamo che continui a non farlo, nonostante la sua scelta pericolosa.

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