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Autovelox, arriva la "tassa di passaggio": chi deve pagarla (e quanto è pesante la botta)

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Le multe per eccesso di velocità in alcuni Comuni italiani rappresentano una sorta di “tassa di passaggio” non dichiarata. È quanto emerge dal report del Sole 24 Ore, che ha spulciato sul sito del ministero dell’Interno i rendiconti dei proventi delle multe. Si tratta di una novità, visto che soltanto lo scorso novembre è passato un decreto che ha imposto la pubblicazione sul web dei rendiconti, che erano sempre rimasti chiusi nei cassetti.

 

 

La loro pubblicazione potrebbe sfociare in un “populismo anti-multe”, dato che ci sono alcuni dati piuttosto eclatanti e altri invece a dir poco sospetti, con piccoli Comuni in cui, all’infuori delle multe per eccesso di velocità, non esiste alcun tipo di altra infrazione. “In pratica, strade come bancomat per le casse comunali”, scrive il Sole 24 Ore, che fa notare come soprattutto al Sud, nelle mete più ambite per le vacanze estive, si nasconda spesso e volentieri la “trappola” che si trasforma in un costo supplementare.

 

 

Quella appunto degli autovelox piazzati su percorsi “non a rischio” dai Comuni o in maniera quasi “clandestina”. Il Sole 24 Ore porta l’esempio di Leporano e Pulsano, due comuni pugliesi molto frequentati dai vacanzieri: “Da cinque anni sono spuntati  rilevatori fissi in quelli che, stando alla segnaletica (o a quella che come tale vorrebbe presentarsi all’occhio dei profani), sarebbero centri abitati, quindi su strade dove all’epoca era vietatissimo usare apparecchi completamente automatici”.

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