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Apocalisse, "cosa hanno trovato negli Usa": i segnali inequivocabili

Giordano Tedoldi
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La pandemia, poi la guerra, poi la siccità, mancano le locuste. Ci correggiamo: mancavano, sono arrivate pure quelle, e non solo. I raccolti degli Stati Uniti occidentali sono stati presi d'assalto da sciami di voraci grilli mormoni, insetti grandi fino a otto centimetri, i cui attacchi sono stati definiti dagli allevatori e coltivatori americani «davvero biblici». Così parla uno di loro, Skye Krebs, all'Associated Press: «sulle autostrade, una volta che li uccidi, allora arrivano gli altri». Infatti i grilli mormoni sono cannibali, e perciò si sfamano anche sui loro simili, vivi o morti. Anche se i grilli mormoni flagellano i campi dell'Oregon e dello Utah dall'Ottocento (e infatti il loro nome deriva dal fatto che erano proprio i campi dei coloni mormoni a essere invasi), di recente la situazione è molto peggiorata a causa dell'estrema siccità e dall'innalzamento delle temperature, che ne favorisce la proliferazione. Gli sciami si spostano con milioni, a volte miliardi di esemplari, e insieme con le cavallette hanno distrutto vegetazione, coltivazioni e hanno perfino modificato le tracce di erosione del terreno e il ruscellamento.

 

 


ANGELO STERMINATORE
L'Oregon ha approvato un piano da cinque milioni di dollari per arrestare la piaga, con l'abbondante uso di pesticidi. Se in America sembra che si sia manifestato l'Angelo Sterminatore, e in Africa i già scarsi raccolti vengono divorati da invasioni non meno funeste di cavallette, pure in Italia, da alcuni anni, e ancor più in questo, si sentono squilli di tromba da ultimo giorno dell'umanità. Il caldo e la prolungata assenza di piogge che sta trasformando il Belpaese in una landa desolata hanno liberato in alcune regioni, come la Romagna e la Sardegna, sciami massicci dei distruttivi insetti, le cui uova, in mancanza di rovesci che le distruggessero, hanno avuto il tempo di schiudersi. Come riferisce l'edizione bolognese del Corriere, nella provincia di Forlì - Cesena, nella zona di Castrocaro, Meldola (nell'entroterra di Forlì) e nell'area dell'alto Savio (Casalbono - Case Venzi), zone peraltro già infestate negli anni scorsi, sono apparsi migliaia di esemplari della cavalletta dei prati, che hanno invaso le strade e devastato coltivazioni di erba medica e di specie orticole come la cicoria, nonché alcuni vigneti. Gli insetti non si fermano, e stanno assediando anche le aree limitrofe alla città metropolitana di Bologna. Il disastro provocato alle coltivazioni è irreparabile. La cavalletta dei prati è una specie autoctona, grande tra i due e i quattro centimetri. Coldiretti e Regione Emilia-Romagna informa che «in caso di forte infestazione le giovani cavallette si riuniscono in folle che ricoprono interamente il terreno e si spostano alla ricerca di cibo devastando le coltivazioni, soprattutto le leguminose foraggere che incontrano sul loro cammino».

 

 


Cosa si può fare per fermare il nemico? La Regione ha intenzione di procedere con la mappatura delle zone infestate utilizzando i droni, e passare ad azioni di contrasto mirate a distruggere le ooteche (l'involucro in cui sono contenute le uova deposte dalle cavallette) con lavorazioni superficiali, come l'erpicatura, nel periodo autunno-invernale (in ogni caso entro aprile), esponendo le uova agli agenti atmosferici e ai predatori, come le faraone. In Sardegna, invece, si invoca lo stato di emergenza fitosanitaria. Le cavallette hanno invaso soprattutto la provincia di Nuoro, i territori di Ottana, Noragugume, Sedilo, Silanus, Orotelli, Bolotana e altri comuni limitrofi. L'area interessata dalle infestazioni supera i 40mila ettari. L'assessora regionale dell'Agricoltura, Gabriella Murgia, ha dichiarato all'Ansa che «da alcuni anni si assiste in Sardegna a una recrudescenza del fenomeno delle invasioni delle cavallette della specie Dociostaurus Maroccanus, una locusta comune in Sardegna, nota per le sue periodiche infestazioni in forma gregaria che causano enormi danni nei territori colpiti».

 



LA NATURA UMANA
Dunque, arrivati anche i grilli e le locuste, quale sarà la prossima piaga che questa nostra Terra, evidentemente arcistufa della nostra presenza, ha in serbo? Ventidue anni fa l'umanità salutava l'avvento del nuovo millennio senza particolari timori apocalittici, anzi, con un certo superficiale ottimismo. Purtroppo, era del tutto infondato. Gli uomini hanno ripreso a farsi la guerra, come hanno sempre fatto nella loro storia - chi si illude che smetteranno, si rilegga il carteggio tra Freud e Einstein, e sarà presto disilluso - nuovi virus ci hanno aggredito, e l'ambiente, sul punto di stramazzare per l'arsura, ci invia, come messaggeri infernali, grilli e locuste. Che altro ci vuole per farci capire che, su questo pianeta, siamo ospiti precari, e non dominatori onnipotenti? 

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