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Sama Abbas, la mamma e l'ultima menzogna

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Nazia Shaheen, 49 anni, è l'unica dei cinque incriminati per l’uccisione della figlia Saman Abbas - contraria alle nozze combinate con un cugino - ad essere ancora a piede libero. Gli altri sono tutti in carcere rinviati a giudizio per omicidio e occultamento di cadavere: i due cugini, il cognato Danish Hasnain - l'uomo ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio della giovane e che venerdì scorso avrebbe indicato agli investigatori il casolare nelle campagne di Novellara in cui è stata seppellita - e il marito Shabbar Abbas. Quest'ultimo, 46 anni, è stato arrestato proprio lo scorso martedì dalle autorità di Islamabad nella regione pachistana del Punjab, in cui si era rifugiato dopo aver lasciato l'Italia in compagnia della moglie.

 

Shabbar, che è stato interrogato anche a proposito della moglie, su cui pende il mandato di cattura internazionale finalizzato all’estradizione, ha detto che Nazia "è rientrata in Europa e io non ne so più niente". Parole piuttosto inverosimili però, e che infatti fanno sorridere gli investigatori italiani che hanno portato in manette il clan Abbas: "Se avesse davvero lasciato il Pakistan, Nazia sarebbe un pesce fuor d’acqua...". Assai più probabile che sia invece, con le ore contate, nei pressi di un villaggio alle porte di Mandi Bahauddin (capoluogo del Punjab), proprio dove era nascosto Shabbar. L'ipotesi è accreditata in quanto la famiglia Abbas gode di protezione all'interno della comunità pachistana di origine. 

 

Intanto, la Corte d’Assise di Reggio ha fissato per oggi, martedì 23 novembre, alle 12 il conferimento della perizia tecnica che servirà per rimuovere e identificare il cadavere indicato da Hasnain nel casolare abbandonato a 700 metri di distanza da quello in cui vivevano gli Abbas. Considerando il luogo e l'accurato sotterramento "è molto probabile" che si tratti di Saman, ha scritto la presidente della Corte Cristina Beretti. 

 

 

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