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Ratzinger, la frase terremoto a Napolitano: "Non ne posso più"

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Andrea Riccardi, sul Corriere della Sera, rivela un retroscena su Papa Benedetto XVI che intervistò quando doveva scrivere la biografia di Papa Giovanni Paolo II. "Capì di non riuscire più a governare e non voleva farsi strumentalizzare. A Napolitano anticipò la sua decisione".

"Nel colloquio con lui, mi colpì, oltre i discorsi, la sua gestione dei rapporti. Mi fece aspettare in anticamera più di mezz’ora. Non era un problema per me. Però, quando entrai da lui, era turbato: si scusava eccessivamente dell’attesa, accennando al cardinale in udienza prima di me, come di uno un po’ invadente, che non rispetta gli orari", racconta Riccardi. "Mi colpì: una persona, come il Papa, ha molti modi di congedare. Ma non era facile, per lui, timido e mite, gestire i rapporti, specie con i prepotenti o gli insensibili".

 

 

Benedetto, continua Riccardi, "non amava mostrare la malattia. Wojtyla, quando si parlava di dimissioni, rispose: 'Gesù non è sceso dalla croce'. La scelta di Ratzinger è in tutt’altro senso. Non la spiegano i motivi di salute. Ha pesato molto - a mio avviso - la coscienza di non essere più in grado di guidare la Chiesa, anche perché sottoposto a varie pressioni". Ratzinger "non voleva assolutamente che persone o ambienti gli prendessero la mano in un governo che considerava sua responsabilità personale. Così rimise il ministero ai cardinali e credeva che lo Spirito avrebbe indicato il nuovo papa". Ma il 4 febbraio 2013, "al concerto in Vaticano", rivela il giornalista, confidò all'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che si stava per dimettere. "Di fronte a un presidente perplesso e a qualche sua obiezione, sembra abbia concluso: 'Non ne posso più'".

 

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