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Meteo, "quinto posto dal 1800 a oggi": perché l'Italia è in pericolo

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Un inverno da record quello che si sta per concludere. L'Italia ha infatti registrato mediamente più caldo del normale. A confermarlo dati ISAC-CNR a livello nazionale, che prendono in considerazione il trimestre dicembre-gennaio-febbraio. In questi mesi la temperatura complessiva è risultata di 1.21°C sopra la media trentennale 1991-2020.

E così l'inverno 2022-2023 si guadagna il quinto posto tra i più caldi dal 1800 a oggi. Inverno che ha messo a dura prova specialmente il Nord. In generale in un segnale di fondo comunque più caldo per tutti, spicca ancora una volta il Nord". Il meteorologo di 3bmeteo.com, Edoardo Ferrara, ricorda tra le altre cose la presenza di una circolazione atmosferica spesso bloccata.

 

 

A nulla sono dunque servite le irruzioni fredde dal Nordest Europa che hanno interessato soprattutto il Centrosud. D'altronde si è trattato di episodi minoritari fini a sé stessi. Diverso discorso per le precipitazioni. Se al Nord hanno scarseggiato, lo stesso non si può dire al Centrosud. "Questo fatto - prosegue l'esperto -, per quanto possa sembrare apparentemente paradossale, in realtà è consistente con il posizionamento anomalo e perseverante dell'alta pressione sul centro-ovest Europa, che ha favorito così la reiterata formazione di depressioni tra Nord Africa e basso Mediterraneo". E per i prossimi giorni?

 

 

Il meteorologo non ha dubbi: pioggia sì ma non troppo. "Nei prossimi giorni le correnti atlantiche porteranno qualche pioggia, in particolare venerdì quando sono previsti anche rovesci e temporali sparsi ma ancora una volta soprattutto al Centrosud; idem nel weekend. Il Nord ancora una volta risulterà ai margini con precipitazioni più occasionali e ulteriore aggravio delle condizioni siccitose. Qualche pioggia più importante potrebbe arrivare la prossima settimana, ma rimane una ipotesi tutt’altro che definitiva". 

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