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Taranto, compra la tomba ma viene occupata: il colpo dei ladri dei loculi

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Alessandro Dell'Orto
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Quando l’anziana signora - una donna previdente fino alla morte, anzi fin dopo la morte - è andata al cimitero di Talsano, frazione di Taranto di circa 11mila abitanti, per mostrare il suo acquisto a una parente, è rimasta di marmo. Proprio come la lapide di fronte a lei. Il loculo che aveva comprato anni prima dal Comune (pagato con un assegno, con tutti i documenti ufficiali perfettamente in regola e con una serie di versamenti mensili puntualmente effettuati per saldare i vari canoni) era già occupato. Sì, c’era la bara di un’altra persona, con tanto di nome, cognome, fotografia, data del decesso e un mazzo di fiori. Stupita e contrariata, ha subito contattato gli uffici comunali per segnalare il misterioso e singolare fatto e si è scoperto che i contratti stipulati erano esattamente uguali ad eccezione dei dati anagrafici: la tomba, insomma, era stata venduta due volte.

SALME ABUSIVE
Malgrado le denunce alla Procura (della donna e del Comune), la vicenda però non si è risolta e il fascicolo è stato archiviato, ma per fortuna il caso ha dato il via alla maxi inchiesta “Golden System” condotta dalla squadra mobile di Taranto. Il risultato è stato la scoperta di un sospetto appalto da 7 milioni (secondo gli inquirenti manipolato e costruito su misura per essere assegnato alla cooperativa Kratos) che ha portato a individuare un’associazione a delinquere composta da alcuni necrofori (becchini) che imponevano ai famigliari dei defunti una tangente, modesta ma da moltiplicare per decine di volte ogni mese, e applicata anche alle onoranze funebri e agli artigiani coinvolti a turno nei lavori. Sì, insomma, oltre alle case ormai dobbiamo stare attenti anche alle tombe: c’è sempre qualcuno che sbaglia o che cerca di fregarci vendendole anche ad altri (in passato è successo pure a Gombito, provincia di Cremona, o al cimitero di San Michele in Isola di Venezia e ad Alba Adriatica, provincia di Teramo, nel periodo post lockdown) oppure chi è pronto a occupare abusivamente il primo loculo disponibile che trova. Come è successo un anno fa al Cimitero Nuovo di Poggioreale, a Napoli.

 

 

Gli ultimi desideri di una donna, in punto di morte, erano precisi: «Voglio essere cremata e sepolta nella tomba di famiglia vicino al mio amato marito». Quando i familiari hanno fatto aprire il sepolcro per depositare l’urna, però, hanno trovato il posto occupato da un’altra salma, avvolta in un lenzuolo e in un avanzato stato di putrefazione, adagiata proprio sopra quella del marito della signora. Il figlio della donna deceduta ha immediatamente chiamato le forze dell’ordine, che hanno messo l’area sotto sequestro e hanno avviato un’indagine per capire chi aveva occupato abusivamente quello spazio.

 

 

I FINTI PARENTI
Di casi come questi, in Italia, ce ne sono più di quanti immaginiamo in ogni provincia. Altra vicenda assurda, per esempio, è quella successa a Chieti anni fa. Un uomo ha trovato il lucchetto della cappella di famiglia scassinato e uno dei loculi destinati ai parenti ancora in vita già occupato (da poco), con il cemento ancora fresco. Dopo la denuncia e una lunga indagine si è scoperto che il figlio di una donna che aveva lo stesso cognome (ma non era parente) della famiglia era riuscito a far credere al servizio di pompe funebri che quella fosse la sua cappella, ma che aveva perso le chiavi, e far seppellire la mamma. Già, abusi, sfratti, occupazioni al cimitero. Altro che pace eterna, avanti così ci sarà da tenere gli occhi aperti anche da morti. 

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