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Generale Vannacci, la sinistra contro di lui lancia anche il discobolo

Claudio Brigliadori
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Segnatevi questo nome, Rigivan Ganeshamoorthy. Segnatevelo per un paio di ragioni: perché, oggettivamente, non è facilissimo da ricordare. E perché involontariamente scoperchia l’ossessione di una certa sinistra che vede fascisti e razzisti ovunque. Nel governo, all’Europarlamento, alle Olimpiadi, alle Paralimpiadi.

Quindi fate un salto su X, recuperate l’intervista che il lanciatore del disco in carrozzina ha rilasciato alla Rai domenica, dopo aver frantumato per due volte il record del mondo a Parigi, chiudete gli occhi e ascoltate le sue parole: «Che devo di’? Dedico la vittoria a mia madre, a Roma, ar decimo municipio. Domani se vedemo. Questo è per tutta la nazione italiana e per i disabili a casa». Sì, Rigivan è un disabile. Ma soprattutto è timido, alla mano, simpatico di quella simpatia molto romana, caciarona e immediata. A qualcuno piace, a qualcuno ogni tanto risulta eccessiva.

 

 

LA LEZIONE

Di sicuro però il 25enne nato nella Capitale da genitori originali dello Sri Lanka, è una lezione vivente per tutti. A 18 anni scopre di avere la sindrome di Guillain-Barré, nel 2019 cade e la malattia degenera, costringendolo alla sedia a rotelle. Si butta nello sport e diventa un fenomeno, quasi per caso. Una storia incredibile di determinazione, resilienza, leggerezza in condizioni drammatiche. Va detto che alle Paralimpiadi sono tutte storie incredibili, indipendentemente da una medaglia o meno. Il punto però è un altro. È bastato che Luca Bizzarri, comico ed ex conduttore de Le Iene, condividesse quel video su X (senza accezioni polemiche) per scatenare una ridda di commenti politici. Di colpo Ganeshamoorthy è diventato il simbolo dell’Italia che non si piega a Vannacci e alla destra.

Basta essere “diverso” secondo l’accezione che evidentemente piace molto anche ai salottini di Repubblica, Stampa e dintorni (una donna, un disabile, non avere la pelle bianca) per far scattare il tic nervoso. Un riflesso pavloviano, addirittura un “razzismo al contrario”. E giù insulti all’eurodeputato della Lega, tanto per ribaltare il suo vituperato Mondo al contrario: «100 volte più figo di Vannacci», scrive un follower di Bizzari, «E Vannacci muto...», gli fa eco un altro. «Sarebbe da isolare solo il parlato, senza immagini, e farlo sentire a qualche sovranista contro lo Ius soli. E poi, solo dopo che si è sperticato su minchiate sull'italianità da generazioni e generazioni, fargli vedere il video». Addirittura, «Il decimo municipio straccia la decima mas» o un altrettanto assertivo: «Ha ragione Bersani!».

Gli sfottò gratuiti non sono roba nuova. Da un annetto a questa parte, c’è sempre chi è pronto a tirare in ballo il militare in situazioni come questa. Un esempio? Lo scorso giugno, all'indomani degli Europei di atletica di Roma, proprio il sito di Repubblica si fece scappare la frizione titolando un pezzo sui successi di Marcell Jacobs, Chituru Ali e Lorenzo Simonelli (tutti coloured come Ganeshamoorthy e Paola Egonu, e tutti con storie diversissime alle spalle) contrapponendole al generale: «Quelle medaglie dedicate a Vannacci e ai tanti colori dei nuovi italiani». Senza che nessuno, è bene ricordarlo, avesse commentato in maniera negative le imprese sportive dei nostri atleti (e ci mancherebbe). E senza che Jacobs, Simonelli & co avessero rivendicato le loro prestazioni in chiave identitaria, culturale, sociologica. In altre parole: fanno tutto loro, i signori del pensiero inclusivo che di norma escludono mezzo mondo dalla cerchia buona. Non è un caso che più d’uno provi ad abbozzare una protesta: «Sempre a strumentalizzare, è piaciuto anche a me che sono di destra. Non esagerate con ste cazzate». E c’è chi rovescia il discorso, seguendo gli stessi parametri degli anti-vannacciani: «Perché è nero? Razzista!», «Ma quelli che fino a oggi che hanno vinto un sacco di medaglie con la pelle bianca, sono meno?».

BOTTA E RISPOSTA

Per la cronaca, pochi giorni fa Bizzarri aveva tuonato: «Ho sentito dire da Vannacci che la cittadinanza non si regala, perché lui se l'è guadagnata secondo lui, non se l'è trovata in casa. Dev’essere data a chi è disposto a difendere con la vita il sacro suolo. Ho come la paura che bisognerà togliere 10-20 milioni di cittadinanze perché secondo me il sacro suolo i giovani italiani e anche quelli della mia età col ca***o che lo difenderebbero con la vita». E il generale aveva risposto per le rime: «Caro comico Bizzarri, meno male che è un comico, perché la sua esternazione secondo cui “tanti giovani o persone della mia età il sacro suolo con il cavolo che lo difenderebbero con la vita, fatevene una ragione generalissimo” è apertamente in contrasto con l’articolo 52 della nostra Costituzione che considera la difesa della Patria sacro dovere di ogni cittadino», chiudendo con: «Io, contrariamente a Lei, ne sono certo di essermela guadagnata la cittadinanza: guardi il mio curriculum». Un bel cortocircuito, non c’è che dire. Sarebbe interessante un commento di Rigivan: ma annate a...

 

 

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