Islam, chiamata alla armi in Italia: "Combattete i cristiani"

di Massimo Sanvitogiovedì 8 maggio 2025
Islam, chiamata alla armi in Italia: "Combattete i cristiani"
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La chiamata alle armi corre sul web. L’ultimo appello alla guerra santa è in italiano (oltre che in inglese) ed è veicolato da un nuovo media contiguo all’Isis si chiama Al Rum, ovvero “I romani”, come la trentesima Sura del Corano -, nato nei giorni scorsi con l’obiettivo dichiarato di diffondere l’ideologia dello Stato Islamico ai musulmani che vivono nel nostro Paese e in generale in Occidente per prepararli a combattere contro i “crociati d’Europa”. È stata la piattaforma “Rocket chat”, come riportato dalla sezione del Middle East Media Research Institute che monitora le minacce jihadiste, a ospitare l’annuncio dell’«inizio delle attività mediatiche» dell’organo fresco di lancio. I guerrieri di Allah sono pronti a mordere e a spargere sangue e terrore. Come serpenti velenosi.

Il manifesto di Al Rum Media, intitolato “Buone notizie per i musulmani”, non lascia infatti spazio ad alcun dubbio. «La nostra nobile missione è tradurre i comunicati stampa ufficiali e non ufficiali dello Stato Islamico in lingua italiana, per portare le parole e le azioni dello Stato Islamico ai nostri fratelli e sorelle che vivono nelle terre dell’Occidente», si legge. Traduzioni che riguarderanno video, libri, notizie quotidiane e «pubblicazioni educative». L’invito ad attrezzarsi contro i cristiani è servito.

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La prima comunicazione ufficiale del nuovo canale prosegue così: «Cerchiamo di ravvivare lo spirito dell’identità islamica, rafforzare il corretto credo e fornire lezioni per preparare i fedeli credenti contro le continue trame dei crociati d’Europa che continuano la loro secolare inimicizia contro i veri mujaheddin di Allah». Non solo. I musulmani che non possono partecipare fisicamente alla guerra contro i nemici di Allah devono farsi parte attiva in altri modi per arrivare alla vittoria. Come? «Contribuendo con denaro, con le loro capacità e col loro supporto».
Il finale del manifesto, poi, è da brividi: «Che l’appello della verità possa risuonare e le fiamme del jihad possano essere accese nelle roccaforti dei crociati». E ancora: «La vittoria viene solo da Allah e su di lui contiamo». Viene citata anche la quarta Sura del Corano, An-Nisa (4:71), quella nella quale Allah, «l’Eccelso», comanda così: «O voi che avete creduto, prendetele vostre precauzioni e andate avanti in compagnia o tutti assieme».

Tornando al nome del nuovo mezzo comunicativo filo Isis, come detto, il riferimento è alla Sura Al-Rum. Il cui titolo si riferisce ai Romani, cioè ai Bizantini dell’Impero Romano d’Oriente, menzionati nel primo versetto, prima sconfitti dai Persiani nella battaglia di Antiochia del 613 e poi vittoriosi ai tempi di Eraclio imperatore nel 622 e nel 627, nei pressi dell’attuale Mosul.
Allo stesso Eraclio sarà poi attribuita una leggenda, legata ai suoi veri o presunti propositi di conversione all’islam, che ha permesso a diversi musulmani di sostenere, nel tempo, che nel piano divino di Allah “Roma” (più o meno confusa con Costantinopoli) sarebbe dovuta divenire la quarta città santa (dopo La Mecca, Medina e Gerusalemme) e il luogo da cui gli islamici avrebbero conquistato l’Occidente. Tutto torna nel manifesto diffuso dal nuovo media filo Isis, il cui fu portavoce, Abu Muhammed Al Adnani, nel 2014 disse a chiare lettere: «Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne».

È un “capitolo”, quello di Al-Rum, che affronta diversi temi, tra cui la sconfitta dell’ingiustizia, la provvidenza divina e la verità del Corano. Parole d’ordine: l’importanza della fede in Allah, alla cui guida e misericordia un bravo musulmano deve affidarsi, e la perseveranza nelle avversità. Tra i versetti 5 e 16 viene quindi spiegata la lezione tratta dalla sconfitta dei Romani e dalla loro successiva vittoria: un segno della potenza e della giustizia di Allah. E poi, nelle parti della sura comprese tra i versetti 28 e 38, il fedele viene messo in guardia dall’inganno dell’incredulità e si descrive il destino degli ingiusti che rifiutano di riconoscere la verità del Corano. Di più: viene sottolineata la loro condizione di perdizione nell’aldilà a causa della loro ostinazione e del loro rifiuto della guida divina. E infine, dal versetto 39 al 60, ecco promesse e minacce rispettivamente per chi crede e per chi rifiuta la verità del Corano: ricompense per coloro che seguono la via retta e castighi per coloro che non obbediscono ad Allah. Al Rum Media, l’ennesima freccia nell’arco degli estremisti.

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