Prevost, "oltre 100 voti": il meccanismo "misterioso" in Cappella Sistina

Un forte "spirito di unità" in Cappella Sistina per Leone XIV. Il cardinale McElroy: "Pensavo che ci avremmo messo molto più tempo"
sabato 10 maggio 2025
Prevost, "oltre 100 voti": il meccanismo "misterioso" in Cappella Sistina
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"Si è sentito lo spirito di unità" in Conclave per l'elezione di Robert Prevost: a dirlo il cardinale Reinhard Marx. Mentre secondo il porporato Jean-Paul Vesco, durante quel momento si verifica un meccanismo "misterioso" nella Cappella Sistina: "All’inizio si sa che bisogna eleggerne uno, non si sa chi è, e poi una volta che è eletto, in poco tempo, è evidente che era lui: i voti si assemblano, fino a 15 minuti prima è rosso, e poi esce ed ecco, è vestito di bianco: è il Papa!". Ciò che è certo, insomma, è che l'elezione del nuovo Pontefice non ha richiesto troppo tempo. A tal proposito il cardinale Robert McElroy ha parlato di "un gran movimento avvenuto il secondo giorno all’interno del Conclave, non poteva che essere la grazia di Dio: un consenso che pensavo avrebbe preso molto più tempo". 

Stando a quanto riportato da Repubblica, il Papa avrebbe ottenuto oltre 100 voti tra i 133 elettori in meno di 24 ore. Un consenso molto largo, insomma. Dalla sua parte si sarebbero schierati in primis i cardinali statunitensi di rito bergogliano. "Eravamo oltre 133 con diverse lingue, retroterra, culture, e in 24 ore siamo stati capaci di raggiungere l’unità", ha sottolineato Blaise Cupich di Chicago, la città di Prevost. L’arcivescovo di New York Timothy Dolan, invece, ha fatto dell'ironia sulla rapidità dell'elezione: "Di certo il cibo di Casa Santa Marta è stato un ottimo, ottimo, stimolo per concludere questa faccenda". 

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Insieme ai nord-americani, poi, avrebbero espresso parere positivo su Prevost anche i 21 cardinali dell’America Latina e i papabili come Jean-Marc Aveline e Matteo Zuppi. In un secondo momento, poi, sulla sua figura si è spostato pure il pacchetto di voti ipotizzato per il cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin. Sarebbe stato proprio quest'ultimo, tra l'altro, a dirottare i suoi sostenitori sull’americano. 

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