Non sappiamo se sia il risultato di una seduta di autocritica collettiva, magari perfino con un occhio inconfessato alla prima pagina di Libero di ieri, “Sinistra fantasma”. Sta di fatto che dopo lenzuoli spettrali, kefiah d’ordinanza, piazzate tardo-liceali, finalmente dal campo progressista giunge una proposta che riannoda i fili sentimentali col Paese reale, intercetta bisogni diffusi in larghi strati della popolazione, si fa carico di istanze di cambiamento concrete. È giunta l’ora fatidica, infatti, di sollevarsi contro la Reazione Toponomastica, e cambiare il nome a via Nazionale, sfregio sovranista sulla mappa della Città Eterna. Nella nuova Roma condotta verso le magnifiche sorti e progressive dall’ex chitarrista Gualtieri, dovrà irrevocabilmente essere ri-battezzata via della Costituzione italiana.
Dell’urgenza inderogabile si sono fatti portatori i consiglieri del gruppo Roma Futura, che sostiene la giunta capitolina e sul proprio sito si definisce “frutto di un percorso nato da un incontro con le reti, i movimenti, le associazioni e i cittadini a cui manca un’interlocuzione politica” (e continua a mancare, evidentemente). I due, Giovanni Caudio e Tiziana Biolghini, hanno unito gli sforzi intellettuali e partorito una mozione che stigmatizza: “A Roma non c’è attualmente una piazza o una via della Costituzione italiana” (è in effetti la prima emergenza della capitale, che perlomeno può vantare una viabilità inappuntabile e una raccolta dei rifiuti con standard elvetici). Mentre, e qui lo scandalo deflagra, “abbondano vie dedicate a re, papi e battaglie”. Davvero inusuale, l’intitolazione di strade a importanti figure ed eventi della Storia, e sicuramente in odor di fascismo. Una ferita della nostra democrazia cui ci eravamo ormai assuefatti, prima che per fortuna arrivasse Roma Futura a ricordarci l’imperativo di “Onorare la carta fondamentale anche a Roma, sede della sua ratifica”.
Luca Ricolfi inchioda la sinistra: "Fascismo? Non capisco..."
Che cosa hanno in comune i partiti di destra o di estrema destra europei, che tanto spaventano le opposizioni da est a o...Dunque, al bando via Nazionale, benvenuta via della Costituzione. La quale, ci sovviene, è pur sgorgata dalla Resistenza e della lotta di Liberazione, come da mantra storico sicuramente ripetuto agli imperdibili eventi di Roma Futura e condiviso dai suoi illuminati dirigenti. Ai quali ci viene innocentemente da chiedere: eppure, l’organizzazione che riuniva le varie anime della Resistenza si chiamava Comitato di Liberazione Nazionale. Peggio ancora, quando si costituì all’indomani dell’8 settembre 1943, definì così i propri obiettivi: “Chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere Nazioni”. Qui la faccenda si complica maledettamente: il fior fiore dei resistenti, i partigiani in carne, ossa e fucile (non quelli immaginari iscritti oggi all’Anpi) reputavano di combattere proprio in nome di quella parolaccia lì.
Un flagrante caso di sovranismo ante litteram, o di fascismo dell’antifascismo? Oppure, azzardiamo una terza ipotesi: la sinistra italiana ha sconfitto Elon Musk, è atterrata prima di lui su Marte e staziona ormai a distanza siderale dalla realtà, compreso quella della propria storia. Per cui per carità, capiamo Fratelli d’Italia che con Fabio Ram pelli si chiede se stiamo su Scherzi a parte, capiamo la Lega che col capogruppo in Campidoglio Fabrizio Santo ri ricorda che Roma «ha bisogno di buche chiuse». La cosa migliore, però, è riesumare per i compagni un motto attribuito all’anarchico Bakunin e riciclato dal Sessantotto: “Una risata vi seppellirà”.