E così, diciotto anni dopo, si ritrovano ancora- in un modo o nell’altro, direttamente o marginalmente - risucchiati dentro una storia che, nel tempo, hanno fatto di tutto per dimenticare. Erano amici, conoscenti, parenti dei principali protagonisti del delitto di Garlasco - l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007 - e nel frattempo hanno cambiato vita, abitudini e in molti casi città, oltre che trovato nuovi lavori, ma ora sono costretti a riaprire i ricordi di quei drammatici giorni e, soprattutto, fornire il proprio Dna. Già, perché la nuova inchiesta, che vede indagato Andrea Sempio per concorso in omicidio, vuole approfondire proprio la stretta cerchia di persone che frequentava la casa della vittima (Mattia Capra, Roberto Freddi, Alessandro Biasibetti e le gemelle Paola e Stefania Cappa) o quella di Alberto Stasi (Marco Panzarasa), l’ex fidanzato condannato nel 2015 a 16 annidi carcere dopo due assoluzioni in primo e secondo grado. Qualcuno perché accusato, qualcuno perché chiacchierato, qualcuno perché semplicemente faceva parte di quel giro: le luci si riaccendono improvvisamente su di loro anche se, a parte Sempio, nessuno è indagato. Allora avevano tutti tra i 19 e i 24 anni ed erano studenti spensierati e giovani; oggi sono adulti con responsabilità, famiglie e professioni avviate.
La «compagnia» o «comitiva» (così si erano definiti loro davanti ai carabinieri) di ragazzi che si ritrovavano a casa di Chiara, perché amici di suo fratello Marco, era formata da Andrea Sempio, Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti. Tutti classe 1988, tutti in bicicletta, tutti appassionati di videogame: si erano conosciuti a scuola ed erano cresciuti insieme lì in paese. Molti di loro hanno mantenuti i rapporti nel tempo, anche dopo l’omicidio. Come Sempio con Marco Poggi («Marco chiama quotidianamente Andrea, è distrutto per l’amico», ha spiegato lo scorso 14 marzo l’avvocata Angela Taccia, che li conosce da 20 anni e ai tempi era stata fidanzata con Alessandro Biasibetti, ora diventato frate), malgrado le loro vite si siano divise: il fratello di Chiara da anni abita in Veneto, dove fa l’impiegato, mentre Andrea Sempio si è trasferito a Vigevano e lavora in un negozio di telefonia al Centro Commerciale Montebello, in provincia di Pavia. Roberto Freddi e Mattia Capra- che avevano conosciuto Marco Poggi rispettivamente alle scuole elementari e alle scuole medie; quest’ultimo giocava pure a calcio con lui nella squadra del paese - sono rimasti a vivere a Garlasco e proprio nei giorni scorsi le loro case sono state perquisite: i carabinieri hanno preso i cellulari alla ricerca di possibili chat e conversazioni nelle quali possano aver parlato del delitto o ricostruito i movimenti della mattina del 13 agosto 2007, al di là di quanto già riferito agli investigatori. Il quinto della compagnia, invece, era Alessandro Biasibetti e la sua vita, sì, è cambiata radicalmente. Era amico di Marco Poggi dai tempi dell’asilo e conosceva i suoi genitori, ma pure Stasi perché «è stato il mio animatore all’oratorio quando aveva 8/10 anni», ha spiegato ai carabinieri il 4 ottobre 2008.
Garlasco, un secondo "uomo" sulla scena del delitto?
Il caso Garlasco è ancora molto lontano dall'essere risolto. Anche se è stato di fatto riaperto grazie...Diciotto anni dopo, Alessandro è Fra Alessandro. Sì, perché dopo aver finito il Liceo a Vigevano e frequentato l’Università a Pavia, ha fatto l’educatore per la Diocesi di Vigevano, è diventato frate domenicano e lo scorso dicembre, nella basilica di San Domenico a Bologna, è stato ordinato diacono. Attualmente studia teologia a Roma. La compagnia dei cinque amici, ma non solo. Nella cerchie delle persone che conoscevano Chiara Poggi e frequentavano la sua casa ci sono pure le cugine Paola e Stefania Cappa (sono nate il 27 ottobre 1984 e la stampa le soprannominò “gemelle k”), mai indagate, cui verrà - anche a loro - prelevato nuovamente il Dna. Ai tempi si erano fatte conoscere dai media per il famoso fotomontaggio (loro due insieme con Chiara: sei mesi dopo Paola, di fronte ai carabinieri, ammise: «è stata una cosa stupidissima») mostrato davanti alle telecamere e per una serie di comportamenti considerati un po’ “stravaganti” ed esibizionisti. Paola Cappa, che nel 2007 studiava allo Iulm e sognava di diventare giornalista, attualmente vive tra Milano e Ibiza ed è una food blogger. «Paola Cappa, per gli amici Paolina, è una fotografa di cibo, food writer e stylist. Realizza reportage nelle cucine e nei laboratori di noti chef e pasticceri durante le loro lavorazioni. Deliziosamente ossessionata dal buon cibo naturale, studia cucina macrobiotica e organizza pranzi e cene per gli amici, vietando agli ospiti di astenersi dal sorridere», racconta di sé sul sito “Formiche”.
Stefania Cappa, invece, l’altra gemella che ai tempi studiava giurisprudenza, fa l’avvocato nello Studio Cappa & Partners di Milano, fondato nel 2014 dal padre, l’avvocato Ermanno Cappa. Come scritto sul sito web, «si è laureata nel 2009 in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pavia e ha conseguito un Master in diritto penale societario presso la Scuola “Just Legal Services” di Milano», però ha anche «partecipato a master e corsi di specializzazione in diritto sportivo».
Una brillante carriera professionale, ma anche una nuova vita sentimentale. Stefania, che nel 2007 si era da poco lasciata con il fidanzato, nel 2017 si è sposata a Cassano d’Adda con Emanuele Arioldi, 40 anni, figlio di Anna Grazia, detta “Annina” Rizzoli, nipote del leggendario Angelo.
Anche il marito, subito dopo la morte di Chiara Poggi, era stato sentito (il 17 e il 28 agosto) dai carabinieri perché il pomeriggio dell’omicidio era stato in piscina con lei, che allora era solo un’amica. Oltre a chi frequentava casa Poggi, in questa nuova indagine gli inquirenti rispolverano anche chi era legato ad Alberto Stasi, cioè Marco Panzarasa, il suo miglior amico. Marco all’epoca aveva 24 anni ed era stato compagno di liceo di Alberto. Poi le loro strade scolastiche si erano separate (Stasi alla Bocconi di Milano e lui giurisprudenza a Pavia), ma erano rimasti molto legati tanto che, a metà luglio di quell’estate 2007, erano stati assieme in vacanza a Londra, e lì li aveva raggiunti per pochi giorni anche Chiara Poggi. Panzarasa oggi ha 42 anni ed è un avvocato. «Dopo essersi laureato all’Università di Pavia con il massimo dei voti- si legge nella sua biografia sul sito dello studio PFL & Partners - , decide di proseguire gli studi. Il suo dottorato di ricerca è incentrato sul diritto penale italiano comparato ed internazionale. È in questa occasione che passa un semestre di studio presso la Ludwig-Maximilians Universität di Monaco di Baviera, approfondendo la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Dopo l’abilitazione, passa dal diritto internazionale alle attività della Pubblica Amministrazione».