Alessandro Gassman? Se ha ragione lui, vietiamo i teatri a Pirandello e Shakespeare

Se dovesse passare il "pensiero" dell'attore, le conseguenze sarebbero: via i reprobi dai teatri, stop agli artisti sospetti, basta con chi ha sul capo accuse terribili
di Francesco Storacevenerdì 23 maggio 2025
 Alessandro Gassman

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Se dovesse passare il “pensiero” di Alessandro Gassmann, staremmo freschi. Via i reprobi dai teatri, stop agli artisti sospetti, basta con chi ha sul capo accuse terribili. Già, perché con quella storia che ha messo su contro il teatro di Gallarate – che pretende di spogliare del nome del padre Vittorio – Alessandro Gassmann si è andato ad infognare in una specie di processo alle idee che proprio non gli compete e lo espone a brutte figure.

Per farlo capire persino a lui potremmo agevolmente spiegargli che con la sua “logica” bisognerebbe proibire a un teatro come quello rappresentazioni di Luigi Pirandello e William Shakespeare. Farebbe bene invece a evitare di pronunciare fesserie sull’antifascismo. Perché proprio seguendo il suo arrampicarsi sugli specchi contro la recente manifestazione che si è tenuta a Gallarate contro l’immigrazione clandestina, sarebbe complicato ospitare opere di autori sospetti... Pirandello, ad esempio, si iscrisse al Partito fascista nel 1924 – l’anno del delitto Matteotti – mentre Shakespeare subì epiteti del tipo colonialista, razzista, sessista. Ce ne disfiamo a teatro, maestro maestrino Alessandro? Ecco, gli resterebbero solo i monologhi di Scanzi... che sarebbe molto “coerente” con la preoccupazione di Gassmann su “tanta ignoranza”? Farebbe bene a chiuderla qui.

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I due Grandi che abbiamo citato calzano ad esempio per smontare il teorema un po’ ridicolo sul teatro “di parte” avversa a lui. Come dicevamo, Luigi Pirandello si iscrisse al Pnf. E se Alessandro Gassmann si sforzasse, troverebbe anche abbondanti riferimenti storici alla sua simpatia verso il fascismo. Certo, anche con le critiche, tipico degli spiriti libero: ma l’adesione fu netta. Perché il Maestro vide inizialmente nel fascismo un possibile strumento di ordine dopo il caos del primo dopoguerra. Proseguendo nella ricerca, egli – l’odierno attore antifascista senza fascismo alle porte – si scoprirà a trovare persino i contatti diretti tra Pirandello e il Duce, ottenne addirittura la direzione del Teatro d’Arte di Roma. Impediamo il suo ingresso a Gallarate?

Se si dovesse cimentare nell’altra impresa, Alessandro Gassmann ci rimarrebbe ancora più male, probabilmente. Per colpa del suo ideologismo fuori tempo, si dovrebbe rinunciare anche a Shakespeare, supercriticato dai soliti “esperti” di colonialismo, razzismo e quanto se ne vuole. Le sue opere furono messe in discussione non certo in vita, ma post mortem. Fiorì la contestazione sulla sudditanza della donna rispetto all’uomo, e una visione colonialista nella politica del potere europeo.

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Nel tempo moderno, questo ed altro viene sottoposto ai raggi X, ma si potrebbe mettere in discussione una personalità intellettuale di quel livello perché mandava in scena opere tipiche dell’epoca? Con le confuse esibizioni di pensiero di Alessandro Gassmann tutto sarebbe possibile e francamente chiunque potrebbe trovarlo estremamente ingiusto, perché la cultura non può essere confinata solo nel suo tempo. Quella manifestazione che si è svolta al Vittorio Gassman di Gallarate parlava ai nostri anni, a quello della discussione attorno alla “remigration”, rispetto al rischio di invasione anche culturale. Chissà se lui ha mai sentito parlare di Islam e della pretesa di sottomissione culturale della legge e del diritto rispetto ad una pratica religiosa che raggiunge livelli orribili... Si informi, dottore, e magari ne esce meglio di come vuole apparire per accontentare i soliti noti.

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