Gli autovelox mandano in tilt la Cassazione

C’ è da impazzire in tema di autovelox, o almeno sulle prescrizioni e le sentenze nelle aule di giustizia. E ieri la notizia più incredibile è venuta dalla Cassazione
di Francesco Storacevenerdì 6 giugno 2025
Gli autovelox mandano in tilt la Cassazione
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C’ è da impazzire in tema di autovelox, o almeno sulle prescrizioni e le sentenze nelle aule di giustizia. E ieri la notizia più incredibile è venuta dalla Cassazione. Due ordinanze, firmate nello stesso giorno, dalla stessa sezione della Cassazione e con lo stesso relatore. Una stabilisce che le multe elevate tramite autovelox sono tutte da annullare, perché gli strumenti sono stati approvati ma non omologati. L’altra conferma questo orientamento, ma alza l’asticella per gli automobilisti e aggiunge che, per ottenere l’annullamento delle sanzioni, serve anche una querela di falso contro chi ha redatto il verbale.

Viene davvero da dire povera Italia. Anche perché poi si scopre altro, e lo rivela il ministro Matteo Salvini intervistato per “Il giorno de La Verità” da Maurizio Belpietro. Il vicepremier sarà costretto a presentare un emendamento in aula contro i comuni che non informano il Ministero - e quindi gli italiani - sulla presenza degli autovelox nei loro territori, né sulle modalità alla base della decisione di installarli. Dice Salvini: «Al decreto Infrastrutture verrà presentato un emendamento per cui se i Comuni non dicono al ministero quanti autovelox ci sono, dove sono e quando sono stati installati, quell'autovelox non esiste e non può fare multe, quindi l'automobilista può ricorrere». E aggiunge: «L’autovelox deve essere uno strumento di prevenzione e sicurezza, non può essere una tassa occulta. Il decreto va convertito entro questa estate quindi il mio obiettivo per l'estate 2025 è avere la mappa degli autovelox». Anche per evitare il pasticcio approdato in Cassazione.

Il caso sui misuratori di velocità era esploso già nel 2024 quando proprio la Cassazione in una sentenza aveva stabilito che omologazione e approvazione non sono sinonimi ma due procedimenti diversi e, mancando la prima, le multe erano da cancellare. Da quel momento in poi, la stessa Corte ha confermato questo orientamento in numerose pronunce. Anzi, a maggio, una nuova sentenza degli Ermellini non solo aveva bocciato le multe, ma aveva anche disposto la restituzione dei punti sottratti dalla patente dell’automobilista. Ma per ottenere l’annullamento della multa servirà proporre anche una querela di falso contro il verbale.

La Corte, da un lato, ribadisce che serve non solo l’approvazione, ma anche l’omologazione degli autovelox ai fini della validità delle sanzioni, e tuttavia, in presenza di verbali con false attestazioni, costringe i sanzionati a proporre ben due giudizi, peraltro dall’esito positivo sicuro, dato che – come detto – è falso che gli autovelox possano essere stati omologati secondo quanto previsto dalla legge... Davvero si diventa matti e per questo l’emendamento annunciato dal ministro può essere una soluzione. Il vuoto normativo, in effetti, è noto da 33 anni. E, come ricordato in precedenza, anche la stessa Cassazione, a partire da aprile 2024, ha più volte affermato che l’assenza di omologazione rende la sanzione illegittima. Ma ora, con l’ultima sentenza, la situazione si complica. Le conseguenze hanno ricadute su tutti: sui cittadini, ma anche sui comandi di polizia. «Se è così, basta. Spegniamo tutto», dice provocatoriamente Giordano Biserni, presidente dell’associazione amici della polizia stradale (Asaps). «Non si può aspettare che i comandanti della Stradale o della Municipale vengano condannati perché da 33 anni manca un decreto ministeriale. Mi viene il dubbio che in Italia alla fine non si vogliano i controlli sulla velocità». In questo scenario, ogni multa da autovelox diventa un azzardo su cui potrebbe anche intervenire la Corte dei Conti. E apriti cielo per tutto quello che potrebbe succedere nelle amministrazioni comunali.