Non è solo emergenza, ma strage climatica. E ovviamente l’opposizione ha scovato il responsabile: il governo ladro. Dopo il picco di caldo (...) delle scorse settimane, è arrivato il momento della tragica conta dei caduti. Da ieri mattina, senza farsi troppe domande, gli ambientalisti sbandierano cifre sul numero di decessi dovuti all’afa, ripresi da siti, quotidiani e televisioni. E dove c’è puzza di demagogia ovviamente c’è il leader Verde Angelo Bonelli, che non ha perso occasione per addossare la responsabilità della faccenda a Giorgia Meloni: «È una drammatica emergenza, quella della crisi climatica: in soli 10 giorni, a causa del caldo estremo, ci sono stati 500 decessi solo a Roma e Milano (...) Il governo non può continuare a ignorare tutto questo». Ma veramente ci sono stati 500 morti di caldo attribuibili al riscaldamento climatico tra il 23 giugno e il 2 luglio nelle due principali città italiane? In realtà no. O meglio, non si sa, ma tutti lo scrivono lo stesso.
La storia è questa. Un gruppo di scienziati dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine ha deciso di provare a stimare quante vittime potrebbe aver fatto l’ultima ondata di calore in Europa. Non avendo a disposizione dati concreti – solo tra molti mesi si conosceranno i numeri dei trapassi di quei giorni e relative cause mediche – il pool di scienziati ha deciso di simularlo. In pratica, lo squadrone ha preso vecchi studi (uno fa riferimento anche al Galles, dove la temperatura più alta mai registrata è di circa 35 gradi) e ha ipotizzato quale sia stato il numero di decessi di questo periodo alle temperature registrate. Poi, sempre sulla base di medie e statistiche, ha decretato quali sarebbero state le temperature se non esistesse il riscaldamento globale e quante vite sarebbero state risparmiate. Così si è arrivati al numero di 500 morti per l’emergenza climatica.
Ora, nel nostro piccolo non ci permettiamo di esprimere giudizi sulla relazione degli scienziati (anche se il cuore ci porterebbe a urlare “ma che cialtronata è questa?”). Al massimo contestiamo la facilità con cui si attribuiscono le morti al clima. Da sempre nei periodi con temperature anomale la mortalità aumenta, ovviamente colpendo tra chi già era debole per altre ragioni. Detto in altri termini, è più facile che la condizione di un malato terminale si aggravi per il caldo. Ma sarà poi morto di caldo o perché era un malato terminale? E questo vale a maggior ragione per le stagioni fredde. Qualche giorno fa Antonio Socci su Libero citava un testo di Luigi Mariani, docente di Agrometeorologia, il quale scriveva: «A livello globale dal 2000 al 2019 il 91% dei decessi prodotti da temperature estreme è stato provocato dal freddo e solo il 9% dal caldo».
Tralasciando questi ragionamenti, torniamo invece a quelli politici dei Verdi. Se infatti Bonelli si fermasse a riflettere si renderebbe conto che quella dei morti dovrebbe essere l’ultima carta in assoluto da citare per le sue campagne.
E questo per una ragione semplice: come ama ripetere l’“ambientalista scettico” Bjørn Lomborg, il numero di decessi annui per “eventi estremi” si è ridotto del 97% nel corso dell’ultimo secolo. Facile comprendere il perché: pur in presenza di temperature più alte, l’umanità ha progressivamente adattato l’ambiente circostante in maniera tale da evitare di essere travolto dalla natura matrigna. Se volessimo davvero ridurre le morti, quindi, sarebbe molto più semplice, veloce, economico (e forse sensato) dirottare parte dei miliardi investiti sui piani verdi Ue e stanziarli sulla prevenzione degli eventi estremi, piuttosto che coltivare esclusivamente l’ambizione di riportare le temperature a quelle di un secolo fa, ignorando il fatto che i grandi inquinatori sono in effetti i Paesi extra-europei. Un piccolo esempio: le riforme razionali della Francia, che prevedevano l’obbligo di aria condizionata nelle case di cura, hanno ridotto di 10 volte i decessi per calore, nonostante le temperature più elevate. Costringere la gente a rottamare la vecchia auto, invece, al momento non ha salvato nessuno.