Sono passati quasi vent’anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, eppure il caso di Garlasco continua a far parlare di sé. L'ultima clamorosa svolta soltanto ieri, venerdì 11 luglio: è stata rinvenuta una tracci di dna nella bocca della vittima che non appartiene né ad Alberto Stasi né ad Andrea Sempio. Insomma, si cerca un terzo uomo, che potrebbe essere la chiave per far luce sull'omicidio per il quale Stasi è condannato in via definitiva.
Ma di Garlasco non si parla solo per l'inchiesta. Tengono banco infatti anche polemiche e atti di sciacallaggio. Di recente, infatti, è emersa una vicenda inquietante: qualcuno avrebbe messo in vendita sul web le immagini dell’autopsia della giovane, uccisa a soli 26 anni nella casa di famiglia nell’estate del 2007. Per quel delitto è stato condannato in via definitiva l’allora fidanzato, Alberto Stasi.
Chiara Poggi, il nuovo dna: "Ecco chi era sulla scena del crimine"
Proprio nel momento in cui la nuova inchiesta - che finora ha fatto tanto rumore, ma senza mai fare veramente il bott o-...A tutela della memoria della vittima e del dolore dei suoi familiari, il Garante per la Protezione dei Dati Personali è intervenuto d’urgenza, disponendo un blocco nei confronti del soggetto – la cui identità non è stata resa nota – che ha diffuso online, dietro pagamento, un video contenente quelle immagini. L’Autorità ha anche fatto sapere di riservarsi ulteriori azioni, compresa l’eventuale applicazione di sanzioni.
Garlasco, nuovo colpo di scena? "Il dna sotto le unghie di Chiara Poggi"
La notizia che è stata individuata una quantità di dna maschile appartenente a un uomo non ancora identifi...Nel provvedimento, il Garante ha inoltre richiamato l’attenzione dei mezzi di informazione e dei siti web, precisando che l’eventuale divulgazione del materiale sarebbe da considerarsi illecita, poiché in violazione delle norme sulla privacy e delle regole deontologiche del giornalismo. Ha quindi rivolto un appello diretto a chiunque si trovi in possesso del video o delle immagini: "Chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, è invitato ad astenersi dalla loro diffusione che – anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima – lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari", conclude il Garante.