Ramy, chiusa l'indagine: i carabinieri verso il processo

martedì 5 agosto 2025
Ramy, chiusa l'indagine: i carabinieri verso il processo
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La Procura di Milano ha formalmente concluso l'inchiesta a carico dei due carabinieri coinvolti nell’indagine parallela sul presunto depistaggio legato alla morte di Ramy Elgaml, il ragazzo a bordo dello scooter che fuggì a un posto di blocco a Milano. L’atto di chiusura indagini, notificato poche ore fa ai legali Pietro Porciani e Michele Apicella, segna un passo decisivo verso la possibile richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pubblici ministeri Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, che operano sotto la guida del procuratore Marcello Viola. Già, la sostanza è che i due carabinieri ora rischiano concretamente di finire alla sbarra.

I militari sono accusati di frode processuale aggravata. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero tentato di ostacolare l’indagine sull’incidente mortale in cui ha perso la vita il giovane, avvenuto alle alle 4 del mattino del 24 novembre 2024. In particolare, si sarebbero rivolti a un testimone chiedendogli di eliminare dal cellulare i filmati registrati subito dopo il fatto.

Nel capo di imputazione si legge che i carabinieri avrebbero agito con l’intento di "alterare artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato delle cose connesse al reato al fine di impedire, ostacolare o sviare l'indagine relativa al sinistro stradale con esito mortale" in cui ha perso la vita Ramy. In questo contesto, avrebbero costretto un testimone "a cancellare dal proprio telefono cellulare" nove video, "appena effettuati, relativi alle diverse fasi del sinistro stradale sopra menzionato, nonché alle fasi immediatamente successive".

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L'accusa di frode processuale è aggravata dal fatto che, secondo la Procura, i militari avrebbero agito mediante "distruzione e danneggiamento, in tutto o in parte, di documenti da impiegare come elementi di prova o comunque utili alla scoperta del reato e al suo accertamento".

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