C’era una volta un gatto che aveva due nomi e sette vite. Lo chiamavano Boris, ma anche Schizzo: perché i gatti, si sa, hanno più padroni, più soprannomi e più segreti di quanti noi possiamo immaginare. Un mattino, mentre l’alba colorava il cielo, dal bosco arrivò un lupo grande e scuro come un’ombra. Venne fin dentro il giardino e, senza chiedere permesso, prese Boris tra i denti e fuggì via veloce. Gli uomini e i bambini urlarono, corsero, ma il lupo sparì con il gatto in bocca che non emise neppure un miagolio. Tutti pensarono: «È finita». E invece no. Passarono undici giorni.
Poi, una sera, quando la luna sembrava una fetta di pane bianco appoggiata sul cielo, alla porta di casa comparve un gatto spelacchiato, con un orecchio piegato e la coda quasi scomparsa. Aveva ferite e cicatrici, ma negli occhi brillava una scintilla di vittoria. Era proprio lui: Boris-Schizzo, tornato da un’avventura che nessuno avrebbe creduto possibile. Da quel giorno, i lupi non si videro più in paese. Qualcuno disse che avevano avuto paura del gatto con sette vite, qualcun altro che Boris aveva imparato a parlare la lingua segreta dei lupi e li aveva convinti ad andare altrove. Da quel giorno vissero tutti felici e contenti.
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Prima che qualcuno lo rubi o lo vandalizzi, la direzione dello zoo di Londra ha deciso di rimuovere dalla saracinesca de...A questo punto, però, non spegnete la luce: questa, che sembra una fiaba da raccontare ai bambini prima di farli addormentare, è una storia vera. Boris esiste realmente e la sua incredibile avventura l’ha raccontata sui social Duccio Berzi, uno dei maggiori esperti del Lupo Appenninico, postando la foto del protagonista.
«Boris/Schizzo abita in una nota località della costa tirrenica toscana, da tempo interessata dalla presenza di lupi, come documentato dalle video-trappole messe dai cittadini anche lungo le strade pubbliche. Lupi urbani», puntualizza l’etologo, «specializzati nella predazione di gatti. Negli ultimi due anni ne sono scomparsi a decine».
Il 15 luglio, continua a raccontare Berzi, uno dei padroni di Boris, che ha già visto scomparire molti dei propri gatti, alle 5,35 di mattina sente dei rumori e vede dalla finestra di casa che un lupo è entrato nella propria reseda e che sta puntando il povero Boris. Lancia un grido per allontanarlo, ma il lupo – sempre il solito e ben conosciuto – non arretra, prende il gatto in bocca e se ne fugge via, senza che il povero Boris emetta un miao. Il padrone ha il tempo di scendere in strada, inseguire il lupo, ma questo si allontana veloce con la preda in bocca penzolante.
Una scena terrificante, sottolinea Berzi: «È difficile descrivere quello che si prova in questi casi. Non è soltanto il dispiacere per la perdita cruenta del proprio animale, ma la sgradevole sensazione per aver subito una profanazione nella propria casa, la zona di comfort dove nessuno immagina che possa arrivare un grosso predatore selvatico e portare via un essere con cui abbiamo una relazione affettiva».
Ma la storia non finisce qui, perché dopo undici giorni, il 26 luglio, Boris inaspettatamente si ripresenta a casa. La coda spellata quasi fino alla cima, un orecchio piegato, il lembo della guancia aperto con una ferita che arriva fino ai tessuti molli e con una espressione da sopravvissuto incazzato che si commenta da sola. Boris guarisce in tempi straordinariamente brevi. Ma c’è una ulteriore sorpresa, continua Berzi, «perché da quando Boris è tornato a casa, i lupi scompaiono inaspettatamente dal paese, perla gioia di molti».
Cani, gatti e lupi... tutti gli animali sono belli
Leggo che il lupo non è più un animale in via di estinzione in Italia. A dir la verità, non sapevo ...Ovviamente, puntualizza l’esperto, non possiamo sapere cosa sia successo a Boris, come abbia affrontato il lupo e come sia riuscito a sopravvivere undici giorni ferito e lontano da casa. «L’episodio in questione», spiega Berzi, «vale la pena che sia raccontato per far capire che quando si parla di lupi tutto può succedere e niente è scontato, che tra lupo e lupo ci può essere una differenza abissale. Negli anni abbiamo visto lupi che si ingegnavano al pari di Willy il Coyote a predare animali domestici e lupi che semplicemente se ne fregavano, preferendo cinghiali e caprioli. Lupi che mangiavano cani più grandi di loro e lupi che scappavano di fronte ad un piccolo yorkshire (lo giuro, è accaduto) o che si lasciavano intimorire da un gatto con un po’ di carattere, tipo Boris. Lupi dello stesso branco diffidenti e lupi confidenti. Tutto questo», conclude il lupologo, «per far capire che non si deve dare niente per scontato, che gli scenari di coesistenza possono essere molto diversi tra di loro e soprattutto che in un’ottica di gestione della specie non si può prescindere dalla conoscenza fine dei branchi e degli animali su cui si va a intervenire».
Di certo c’è che a Venturina, nota località termale toscana situata nel cuore della Val di Cornia, in provincia di Livorno, ogni volta che i bambini vedono passare Boris, gli fanno un inchino come a un cavaliere tornato dalla battaglia. E lui risponde con un’occhiata sorniona che sembra dire: «Non date mai per spacciato un gatto. Perché i gatti, come le fiabe, finiscono sempre con un lieto fine».