Un cane è stato sgozzato in strada in pieno giorno a Naro, in provincia di Agrigento: per l'episodio è stato fermato un uomo. A dare l'allarme i presenti che hanno assistito, sgomenti, a tutta la scena. A quel punto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale. Mentre per l'animale purtroppo non c'è stato nulla da fare. L'uomo responsabile dell'uccisione del cane, invece, è stato subito rintracciato e preso in consegna. Si tratta di una persona già nota alle autorità comunali, di origine straniera, del Mali, e già destinatario di un foglio di via.
Nei giorni scorsi, come si legge in un comunicato rilanciato da CanicattiWeb, l'amministrazione comunale aveva provato a fornirgli assistenza con alimenti di prima necessità, ma l'uomo avrebbe rifiutato l'aiuto. Ora si trova nel Cpr di Caltanissetta. Ancora da capire il motivo del gesto, ma non è escluso che l'uomo avesse intenzione di cibarsi dell'animale, trasportato esanime verso il cortile in cui l'aggressore abitava. La giunta comunale ha espresso cordoglio per il cane, descritto come "piccola anima innocente", un cane di strada conosciuto da tutti come un animale "molto docile".
Biella, come riduce il suo cane: Italia indignata
Orrore a Biella, dove un cane è stato lavato come un'automobile. A far scattare l'allarme, il video girat...L'uomo fermato dopo l'episodio nei giorni scorsi sarebbe stato protagonista di altri gesti di vandalismo e di occupazione abusiva del luogo in cui trascorreva le notti. Inoltre, avrebbe anche aggredito tre carabinieri. "Quanto avvenuto è un atto di violenza inammissibile e ripugnante - ha scritto in una nota la deputata di Noi Moderati Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali -. L'Italia non è una terra di nessuno e non lo sarà mai. Dal primo luglio è in vigore la legge che porta il mio nome, non resta che applicarla. Le norme proteggono esseri senzienti e puniscono severamente chi fa loro del male. L'uccisione di un animale con sevizie non solo offende la nostra civiltà e la nostra coscienza, ma comporta oggi una pena fino a quattro anni di reclusione e 60 mila euro di multa".