Paolo suicida a 15 anni a Latina, "come lo chiamavano a scuola": maestre e prof sotto accusa

di Maria Pia Petrarolilunedì 15 settembre 2025
Paolo suicida a 15 anni a Latina, "come lo chiamavano a scuola": maestre e prof sotto accusa

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Una tragedia privata, quella di Paolo suicida a soli 15 anni, che diventa un caso nazionale e una cortina di tornasole del degrado sociale e culturale che permea la scuola italiana, a ogni livello. "Nostro figlio è stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola. Ma siamo rimasti inascoltati. Era un bravo studente ma ultimamente diceva che la scuola non gli piaceva più".

Lo sfogo, terribile, è di Simonetta La Marra, mamma del ragazzino, intervistata da Repubblica. Il 15enne giovedì mattina è stato ritrovato senza vita nella cameretta  di casa in cui viveva insieme ai genitori a Santi Cosma e Damiano, nel sud della provincia di Latina. Il suo, racconta la madre, è stato un vero calvario iniziato prestissimo.

"Alle elementari sono arrivate le aggressioni dei compagni e lo scherno delle maestre, alle medie il bullismo dei professori. Poi sono arrivati gli apprezzamenti al primo anno dell’istituto informatico Pacinotti. Altro bullismo, altra sofferenza. Quante volte l’ho visto piangere". Il motivo di questa persecuzione? Il suo aspetto fisico e le sue abitudini, normalissime.

"Paolo amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi. Dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo 'Paoletta', 'femminuccia', 'Nino D’Angelo'. Lo aspettavano in bagno. Prima era uno, poi sono diventati di più. Ci siamo rivolti subito alla scuola, ci hanno assicurato che l’avrebbero aiutato. Ma tutto è finito solo dopo che Paolo ha deciso di tagliarsi tutti i capelli. L’altra frase per prenderlo in giro era 'Piccolo Principe' perché mio figlio ogni mattina non usciva di casa se non aveva fatto la doccia".

La prima denuncia è stata presentata in quinta elementare. "Ci siamo rivolti ai carabinieri perché un compagno ha puntato contro nostro figlio un cacciavite in plastica, diceva che lo doveva ammazzare. E la maestra non è intervenuta. Noi eravamo genitori molto presenti nella vita scolastica di nostro figlio e questo dava fastidio. Tutte le altre sono state denunce scritte e verbali agli istituti, ma non facevano niente". La Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, mentre il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha chiamato il padre annunciando l'avvio di "ispezioni nelle scuole". Lo stesso Nino D'Angelo, cantautore napoletano celebre negli anni Ottanta anche per il suo "caschetto biondo", ha ricordato Paolo con un messaggio commovente: "Scusa se ti hanno dato il mio nome".