Il taglio delle tasse non va bene. Meglio una bella patrimoniale per spennare i paperoni. Troppo preso dalle vicende della Flottilla, dal “genocidio” a Gaza e, soprattutto, dal tentativo di mettere il cappello su una piazza che gli viene soffiata dalle sigle sindacali barricadere, Maurizio Landini non deve aver avuto molto tempo per dedicarsi alle questioni che interessano i lavoratori e le famiglie e che saranno al centro della manovra che il governo sta mettendo a punto. Così, nel dubbio, si è buttato sull’usato sicuro. Da una parte il tormentone sul fiscal drag che deve essere restituito ai contribuenti, dall’altra l’immancabile tassa sui ricchi, che a sinistra è considerato un po’ come il grigio, si abbina con tutto e lo puoi usare in qualsiasi occasione. Anche quando non sai che metterti indosso.
D’altra parte scegliere l’abito per contestare la manovra non è facilissimo. Sforbiciata dei balzelli per il ceto medio, dopo aver reso strutturale quella per i ceti bassi, altri aiuti alla maternità, sostegni alle imprese per gli investimenti e le assunzioni, rifinanziamento del servizio sanitario. Con che faccia si può dire che è tutto uno schifo?
Landini, la proposta Cgil: "Patrimoniale", chi vogliono colpire ora
Sciopero e patrimoniale sono i due unici argomenti programmatici di Maurizio Landini. Calato sul tavolo l'asso della...Il leader della Cgil, vecchio mestierante del sindacato di lotta, è riuscito comunque a trovarla. In una conferenza stampa convocata d’urgenza e dedicata proprio alle proposte per la manovra ha chiesto al governo Meloni di ascoltare e non di fare «propaganda», minacciando che in assenza di risposte si mobiliterà ancora. Ipotesi che il sindacalista da ovviamente per scontata. La protesta, come già accaduto negli anni scorsi, è già fissata preventivamente, sulla fiducia, per il 25 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma. E se qualche pro Pal deciderà quel giorno di scendere in piazza non si dica poi che non è il popolo della Cgil a riempire le strade. Quanto alle proposte, il piatto forte è sempre il solito: andare a prendere i soldi dove sono. L'ideona è quella di «un contributo di solidarietà» da parte delle grandi ricchezze.
«È possibile» introdurlo, ha detto Landini, annunciando che è una proposta che sarà avanzata all’incontro di domani a palazzo Chigi sulla prossima legge di Bilancio. Ci sono anche le stime: ipotizzando un'aliquota pari all’1,3% su 500mila contribuenti che detengono almeno 2 milioni di euro, il gettito addizionale sarebbe di 26 miliardi in un anno. I paperoni nel Paese sono l'1% e queste risorse extra - nel piano della Cgil - potrebbero finanziare sanità e istruzione, politiche sociali e abitative, trasporti. Non è ben chiaro quale sia il perimetro di calcolo della ricchezza da aggredire (finanza, immobili, ecc), se la misura è una tantum o strutturale, in che modo coniugare il prelievo con la complicata architettura dell’Irpef, ma non conta. L’importante è trovare uno slogan che possa entrare negli striscioni della prossima manifestazione.
Ma non è tutto, perché Landini chiede anche di restituire ai dipendenti e ai pensionati il drenaggio fiscale, le tasse in più versate per l'incremento del prelievo a causa dell'inflazione senza una parallela rivalutazione delle aliquote e delle detrazioni. In base ai suoi calcoli sono 25 miliardi nel triennio 2022-24. Si tratta di un altro cavallo di battaglia del segretario. Anch’esso un po’ abborracciato. Landini dimentica sempre di dire, infatti, che i ceti medio-bassi, grazie al taglio del cuneo fiscale, si sono visti azzerare gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto: in altre parole non hanno alcun fiscal drag da farsi rimborsare. Ma vabbè.
Quanto al taglio previsto dal governo, per il segretario è meglio non fare niente. Con la diminuzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, lasciando lo scaglione da 28mila a 50mila, ha spiegato, «per i redditi pari a 30mila euro il vantaggio sarebbe di appena 3 euro al mese. È quasi una presa in giro». Poi glielo spiegherà lui alle famiglie del ceto medio che aspettano da tre anni il taglio delle tasse che resteranno anche stavolta a bocca asciutta.