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Armi a scuola, abbassare la soglia di punibilità

Il problema non è nuovo ma è indubbio che da qualche anno ha assunto una crescente gravità, generando allarme anche in termini di sicurezza collettiva
di Bruno Ferraromercoledì 19 novembre 2025
Armi a scuola, abbassare la soglia di punibilità

2' di lettura

Il problema non è nuovo ma è indubbio che da qualche anno ha assunto una crescente gravità, generando allarme anche in termini di sicurezza collettiva. L'osservazione vale soprattutto per i grandi centri, in particolare per i quartieri più degradati o periferici. Prendiamo il caso di Napoli ove nei primi otto mesi del 2025 le forze dell'ordine hanno arrestato o denunciato 38 minorenni per detenzione illegale di armi, eseguendo quasi 500 sequestri tra coltelli (150), mazze e tirapugni (319). Il Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli ha addirittura potenziato i pattugliamenti davanti alle scuole mediante l'utilizzo dei metal detector (sic!). È innegabile infatti il ​​ricorso, sempre più diffuso tra gli studenti minorenni, all'uso di coltelli o di altre armi da punta o da taglio per dirimere banali contrasti con altri studenti od affermare la propria superiorità emulando il comportamento degli adulti.

Le ragioni alla base di tali comportamenti inaccettabili sono varie: l'emulazione; la legge del gruppo che esige tale atteggiamento per evitare l'emarginazione o guadagnare l'inserimento; il nefasto influsso del web ove la violenza non viene stigmatizzata ma esaltata come unico mezzo per imporsi; la disgregazione di molti gruppi familiari con genitori separati o fisicamente assenti od incapaci di fare i necessari controlli. Cosa fare? La sinergia tra scuola e forze dell'ordine è molto importante perché la scuola deve essere un presidio di legalità. Ancora più importante è però la sinergia tra scuola e famiglia: in passato una costante, da tempo non più per lasciare il posto all'opposizione anche violenta.

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La constatata inefficienza od insufficienza di quanto appena indicato mi spinge da sempre ad ipotizzare l'introduzione di correttivi. In primis l'opera degli psicologi scolastici, abilitati a supportare i ragazzi più fragili o più timidi loro segnalati dai docenti. In secondo luogo misure disciplinari più severe nel caso di accertata presenza di gruppi o di atti di bullismo. Ed ancora perquisizioni e requisizioni di cellulari, da restituire al termine delle lezioni, e di armi improprie, da segnalazioni alle forze dell'ordine.

La calendarizzazione degli incontri più frequenti con i genitori può risultare utile per fronteggiare situazioni meritevoli di maggiore attenzione. Inoltre, sembra maturo il momento per abbassare la soglia della punibilità dagli attuali 14 anni a quella dei 13 anni, fermo restando per i responsabilità il trattamento nelle prigioni scuola e nelle strutture specializzate per i minori. Rispetto alle generazioni precedenti i minori sono infatti in grado di percepire l'illiceità del fatto molto prima dei 14 anni. Una cosa è certa: la necessità di non limitarsi all'osservazione della realtà ma di intervenire con idonee misure correttive.

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