La notte è roba loro. Aspettano il buio e indossano la divisa, tuta acetata, occhiali da sole, marsupio nero, felpa calata sulla testa per diventare ombre e scivolare nell’anonimato. Poi armati di coltellino, a volte una katana rubacchiata al mercato nero o una pistola da far sparire in tasca agevolmente, si aggirano nelle zone calde della movida, nei mezzanini spogli della metropolitana, nelle strade silenziose di certi quartierini modaioli che profumano di soldi e vestiti griffati, cercando la preda da spennare. Maschio, se devono filmare la scena e metterla sui social a mo’ di trofeo.
Femmina, se hanno voglia di far baldoria e inscenare il famoso rito del Taharrush gamea, la molestia di gruppo con il branco che si autoeccita e stringe in una morsa la donna per molestarla e palpeggiarla come carne da macello, come nei famosi capodanni di piazza del Duomo che ci hanno reso famosi in capo al mondo. Fenomeno maranza, un misto di marocchino e zanza, sicuramente italiani di seconda generazione che hanno in odio gli italiani e covano una gran voglia di rivalsa sotto la cenere. Non si salva nessuna città, dal nord al sud del Paese.
Arrestato Don Alì, il "re dei maranza"
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un 24enne di origine mar...“L’Italia è low”, poca cosa o niente per loro, postano nel video che li riprende con la sciabola nel passante ferroviario di Milano mentre scavalcano i tornelli e irridono i poveretti che assistono sgomenti alla scena, pregando di essere ignorati dal branco. “Volete che torniamo con la mentalità cattiva?”, è la minaccia per niente velata. Le forze dell’ordine fanno quello che possono. Presidi nei luoghi della movida e più di 800 arresti in un anno nella sola Milano. Ma la violenza tracima.
Dritto e rovescio, il maranza provoca e Del Debbio lo zittisce
Se non è una resa incondizionata ci siamo quasi. Ma Paolo Del Debbio non ha alcuna intenzione di mollare il colpo...Sbuca dalle periferie e dai paesi dell’hinterland. A Monza hanno organizzato ronde di volontari che vanno in giro la notte per frenare i violenti. A Milano sono nati i corsi anti-maranza di Mario Furlan, presidente dei City Angels che da più di 30 anni frequenta le strade. E la criminalità la vede, la argina, la contiene, aiutando chiunque sia vittima e abbia bisogno. Conosce i soggetti. I volti. I luoghi. La legge della violenza che regola le loro menti. E ha stilato un “decalogo anti-maranza”. Che qualcuno ha già soprannominato “di sopravvivenza metropolitana”. Ecco le regole.
Stretta anti-maranza: a Milano già 800 arresti, 7 su 10 sono nordafricani
Categoria umana: “maranza”. A Milano, dove questi spopolano più che altrove, il termine deriva dalla ...1) «Se sei per strada e vedi un gruppo di ragazzi con brutte intenzioni, allontanati subito».
2) «Guardati intorno, capisci dove andare in caso di bisogno». Un negozio, un portone, un rifugio, un’auto delle forze dell’ordine, un gruppo di persone assiepate in un angolo. Tutto può essere un valido rifugio o appiglio per sottrarsi all’assalto.
3) «Nel momento in cui la via di fuga ti è preclusa e i maranza ti sono addosso (vale anche per i delinquenti comuni), c’è da capire cosa vogliono. Se vogliono derubarti di tutto, e ti tirano quatto schiaffoni per portarti via i soldi o il cellulare, stai zitto e incassa. Se capisci che ti vogliono fare del male, che stanno cercando una preda con cui divertirsi, reagisci».
4) «Parlare è fondamentale». Con calma e accondiscendenza, facendo leva sul buon cuore di qualcuno di loro. C’è spesso, nel gruppo, il ragazzo debole o refrattario ad entrare nella spirale di violenza. «“Mi chiamo Mario, vi do tutto quello che volete, ma non fatemi del male, a casa ho mia madre che è anziana e ha bisogno di me”. Magari non funziona, magari ottieni un risultato e ne esci vivo».
5) «Se ti vogliono derubare, dal momento che sono tanti sicuramente armati di coltello, e spesso sotto l’effetto di droga o alcol, è consigliato fare movimenti lenti, mai parlare a scatti che potrebbero innervosirli». Devono comprendere che sei pronto a collaborare.
6) «Meglio usare la tattica degli spartani alle Termopoli». Non affrontarono i persiani in campo aperto ma usarono la formazione a falange che sfruttava la strettezza del passo per annullare il vantaggio numerico persiano. «Un vicolo, un cunicolo, una porta... tutto può servire per averli davanti e mai dietro. Piuttosto che in campo aperto, spalle al muro».
7) Nel caso estremo che la mediazione non abbia funzionato e che non vogliano accontentarsi del portafoglio ma farti veramente del male, «bisogna provare ad allontanarsi, cercando di sfondare l’assedio. Alzi le braccia all’altezza della testa, ti dai la spinta giusta e provi a sfondare dove c’è il meno forte, il mingherlino, il fragile della banda o psicologicamente il meno cattivo».
8) Per la donna la partita è più complicata perché è meno forte fisicamente. «Ma va detto che i maranza sono generalmente ragazzi tra i 14 e i 22 anni che prendono di mira altri uomini, magari più grandi, per esibire la violenza e sentirsi forti e importanti davanti agli altri». Aggredire in dieci una ragazza indifesa non ha alcunché di coraggioso. Ma ci sono state le violenze di Capodanno in Duomo! «Vero, elì erano maranza e mettevano in atto un rito egiziano che prevede proprio la molestia di gruppo. Meglio non trovarsi mai dai sole e muoversi in compagnia di altri uomini. Evitare di bere alcol e assumere droghe. E, se possibile, girare coperte, è brutto da dirsi perché limita la libertà di una donna, ma è buonsenso».
9) «Se sei donna e ti circondano, mettiti a urlare più che puoi. Fai la pazza, fingendo gesti inconsulti come sbavare e tirarsi i capelli. O fai il gatto selvaggio che si lancia contro l’aggressore, facendo più male possibile e graffiando il viso. Bisogna spiazzare gli aggressori e coglierli alla sprovvista. Sono delinquenti ma non stupidi, non beccano una vittima difficile».
10) Altra cosa, osservare se c’è un oggetto utile a portata di mano. «Se hai una bottiglia di birra, un ombrello, un bastone, puoi usarli come distanziatore, o per ferire. Meglio ancora un sasso e mirare al volto». I punti più delicati sono viso, gola e collo.
11) Un compagno di viaggio utile è lo spray al peperoncino. «Io consiglio di portarne più di uno. La legge italiana dice che possiamo usare dai 16 anni in su uno spray fino a 25 ml, ma un tubetto contiene tre spruzzi. Per 10 non basta».
12) La premessa di tutto questo, diciamolo, è anche essere lucidi. «Difficile mantenere l’autocontrollo in certe situazioni. Un valido aiuto è respirare con la parte bassa dei polmoni per ridurre il rilascio degli ormoni dello stress, cortisolo e adrenalina. Se vedono che sei terrorizzato è la fine».
13) E per concludere? «Lo sguardo. Quando c’è qualcuno che non ti piace, guardalo con aria neutra per due secondi e fagli capire che l’hai visto. Il delinquente preferisce che la vittima distolga lo sguardo da lui».




