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Famiglia nel bosco, un servizio delle "Iene" dietro al dramma? Cosa spunta nelle carte

lunedì 24 novembre 2025
Famiglia nel bosco, un servizio delle "Iene" dietro al dramma? Cosa spunta nelle carte

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La sospensione della potestà genitoriale nei confronti della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli e il seguente allontanamento dei tre figli minori, sarebbe stata accelerata anche dal servizio realizzato da Le Iene, il celebre programma di Italia 1. È questo uno degli elementi che, secondo quanto emerge dagli atti del Tribunale per i minorenni de L’Aquila, avrebbe contribuito a far precipitare una situazione già segnata da tensioni tra genitori e servizi sociali. Un ulteriore tassello che va a complicare una vicenda di cui, semplicemente, parla tutta Italia. 

Le criticità che hanno portato all'allontanamento dei figli riguardavano la quasi totale assenza di interazioni con coetanei, le condizioni ritenute non idonee del casolare nel bosco e l’istruzione familiare non riconosciuta. A colpire, nel provvedimento, anche la richiesta avanzata dai genitori di 50mila euro per ciascun bambino in cambio del consenso a visite mediche e verifiche vaccinali. Ma tra le righe dell’ordinanza emerge altro ancora: un forte irrigidimento nei confronti delle istituzioni e, soprattutto, l’esposizione mediatica derivata, come detto, dal servizio della famiglia alle Iene.

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Il passaggio contestato prende avvio dalla memoria depositata il 12 novembre dal curatore speciale, che ha "poi segnalato la sopravvenienza di nuove condotte genitoriali inadeguate". Tra queste rientra proprio il servizio andato in onda la sera precedente, nel quale l’inviata Nina Palmieri aveva trascorso 48 ore con la famiglia Trevallion–Birmingham. Il servizio, trasmesso pochi giorni prima dell’allontanamento, mostrava nel dettaglio abitudini e routine quotidiane del nucleo. I bambini, seppur con il volto coperto, apparivano in diverse scene: mentre giocavano, mentre interagivano con la giornalista, perfino mentre le davano il buongiorno dopo la notte trascorsa nel bosco.

Secondo i giudici, nel servizio "sono state descritte le condizioni di vita della famiglia, violando il diritto dei minori alla riservatezza e alla tutela dell’identità personale". E a questo si aggiungerebbero "pubblicazioni cartacee, on-line e televisive, social media", prodotte da varie testate, "con diffusione dei dati idonei a consentire l’identificazione dei minori, diretta, anche attraverso la pubblicazione di foto che li ritraggono, o per il tramite delle generalità e della residenza dei genitori".

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Per il tribunale, questo comportamento configurerebbe uno sfruttamento dell’esposizione mediatica: "I genitori, con tale comportamento – spiegano i giudici – hanno mostrato di fare uso dei propri figli allo scopo di conseguire un risultato processuale a essi favorevole in un procedimento de potestate, nel quale assumono una posizione processuale contrapposta a quella dei figli e in conflitto di interessi con gli stessi. E tale risultato processuale è da essi perseguito non all’interno del processo, avvalendosi dei diritti garantiti alle parti dalla legge processuale, ma invocando pressioni dell’opinione pubblica sull’esercizio della giurisdizione". Insomma, anche Le Iene hanno avuto un ruolo in questa drammatica e toccante vicenda?