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Firenze, rinvio a giudizio per Ligresti e altri 10

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L'accusa ipotizza che l'interesse pubblico dell'area Castello sia stato sacrificato a favore dei proprietari

Roberto Amaglio
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La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 persone indagate nell'inchiesta, chiusa nel luglio scorso, sulla trasformazione urbanistica dell'area di Castello, a Firenze, di proprietà di Fondiaria-Sai. Fra gli indagati l'imprenditore Salvatore Ligresti e gli ex assessori comunali di Firenze Gianni Biagi e Graziano Cioni. I reati contestati vanno dal concorso in corruzione all'abuso d'ufficio. Nel mirino degli investigatori anche gli architetti Marco Casamonti e Vittorio Savi, consulenti di Ligresti, e i dirigenti del gruppo Fondiaria-Sai, Fausto Rapisarda e Gualtiero Giombini. Le indagini - L'area Castello, 168 ettari alla periferia di Firenze, venne sequestrata nel novembre del 2008. L'accusa ipotizza che l'interesse pubblico sia stato sacrificato in favore di quello della proprietà dell'area, che sarebbe stata interessata a ottenere il maggior numero di permessi a costruire. A tal proposito sono state coinvolte  nelle indagini anche tre società, ree secondo gli inquirenti di reati amministrativi: la Fondiaria-Sai, l'Europrogetti e lo studio Archea di Casamonti. Anche oggi i carabinieri del Ros di Firenze hanno effettuato delle perquisizioni mirate, entrando negli uffici e nelle case dei due assessori toscani. La replica - Dal canto suo, il Gruppo Fondiaria-Sai "esprime piena fiducia nell'attività della magistratura, certa che nelle sedi competenti sarà acclarata la piena legittimità e correttezza del proprio operato". L'avvocato Fausto Rapisarda, assistente di Salvatore Ligresti, ha espresso in una nota "la propria amarezza in ordine alle contestazioni mosse con l'avviso di garanzia e sottolinea la totale estraneità del Gruppo Ligresti alle ipotesi accusatorie formulate".

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