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Il giudice-querelantenon voleva Sallusti in galera, ma era l'unico che poteva evitargliela

Bastava accontentarsi del risarcimento da 10 mila euro del primo grado

Nicoletta Orlandi Posti
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  Filippo Facci, a costo di prendersi un'altra querela, parla del giudice Giuseppe Cocilovo, inteso come il querelante che manderà Alessandro Sallusti in carcere commentando le dichiarazioni che il togato ha fatto in questi giorni. La prima obiezione di Facci è che Cocilovo -che dice "Non auguro a nessuno di finire in galera"- in pratica era l'unico che in qualsiasi momento poteva evitare il carcere al direttore del Giornale semplicemente ritirando la querela (poteva farlo fino all'altro ieri). Poi la questione del risarcimento danni. Scrive Facci: "Cocilovo ha già preso i soldi: i 30 mila euro domprensivi del danno morale della riparazione pecunaria sono stati sborsati dopo la sentenza d'appello 'per il danno morale e d'immagine', come ha detto lui. E questo senza considerare le spese processuali e le multe per complessivi 10 mila euro". Nei giorni scorsi, inoltre, racconta Facci, "prima del sigillo della Suprema Corte, ha acconsentito a ottenere altri soldi (negati) per chiudere la partita in via transattiva, ossia altri 20 mila euro da devolvere a un ente benefico". Ma la generosità di Cocilovo lascia immutata la pratica umiliante di dover pagare 20 mila euro come "riscatto" ("non quereli giudice: è per farsi capire", scrive Facci), in cambio del ritiro della querela e della libertà di un giornalista.    Leggi l'articolo completo di Filippo Facci su Libero in edicola 28 settembre 2012  

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