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Expo 2015: Stanca si dimette dall'incarico di amministratore delegato e dal Cda

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Prima della riunione del Cda se ne è andato. Nella lettera ha fatto riferimento ai dissensi con il presidente Diana Bracco

Tatiana Necchi
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Proprio nel giorno della riunione del Consiglio di amministrazione, con una lettera trasmessa alla società Expo 2015 Spa e indirizzata al Presidente Diana Bracco, Lucio Stanca rassegna le sue dimissioni per la sua carica di amministratore delegato di Expo 2015. Secondo alcune indiscrezioni l'uomo non dovrebbe nemmeno partecipare alla riunione del Cda convocata per le 12. Dimissione anche dal Cda - Ma non è tutto. Stanca infatti non ha solo rassegnato le dimissioni da amministratore delegato ma ha comunicato di avere abbandonato, con decorrenza immediata, lo stesso consiglio di amministrazione. Di fatto Stanca ha lasciato il consiglio di amministrazione dopo aver appurato di non avere più la fiducia. Nella lettera, secondo quanto si è appreso da fonti qualificate, Lucio Stanca ha segnalato di essersi trovato nelle condizioni di non poter più svolgere il suo ruolo all'interno della società di gestione. Nelle quattro pagine della lettera, l'ormai ex Ad ha fatto riferimento alla comunicazione trasmessa nei giorni scorsi dal presidente Diana Bracco che criticava la gestione manageriale di Stanca in ordine alle spese, ai programmi di contenimento del budget e ai ritardi nell'organizzazione del progetto. Mezz'ora prima dell'inizio del Cda l'ex amministratore delegato ha abbandonato la sede del Palazzo reale senza rilasciare dichiarazioni. Dimissioni attese - Ma una premessa c'era già stata. A lasciare intendere questa volontà era stato lo stesso Stanca in un'intervista al “Corriere della Sera” a cui però non aveva anticipato la decisione ma aveva denunciato le difficoltà e gli attacchi in cui si è imbattuto in questi mesi. "Le dimissioni non si danno a mezzo stampa. Oggi si riunisce il Cda. Poi saprete che cosa ho deciso". Così aveva motivato il suo ormai pressoché certo addio: "Il problema non sono io. Siamo di fronte ad una fase nuova: ne prendo atto, sono disponibile e capisco. Di certo non sono quello che sta attaccato alla poltrona". Dunque dopo il passaggio dalla fase della programmazione a quella della realizzazione, il cambio di governance, "rende di fatto superata la figura dell'amministratore delegato perché gli toglie i poteri girandoli alla collegialità dei soci".  L'Ad ha anche spiegato di avere già parlato degli ultimi sviluppi col Premier Silvio Berlusconi e conclude: "Forse si usano Stanca e l'Expo per una bassa manovra politica. Ma io sono tranquillo: il problema non è Stanca e il tempo, che è galantuomo, lo dimostrerà". Le critiche più dure all'Ad sono venute da una lettera del presidente della società, Diana Bracco. "Sorprende - spiega Stanca pesando le parole - che dopo aver condiviso nel Cda tutte le decisioni, senza mai contestare o criticare nulla, la Bracco abbia scritto questa lettera inusuale, per usare un termine gentile, scegliendo toni e argomenti che sconcertano". E alle denunce di ritardi replica: "Il Bie ha detto che non ci sono ritardi". A proposito delle polemiche sul suo doppio incarico come ad e parlamentare, Stanca parla di strumentalizzazioni e aggiunge: "Si può essere anche in disaccordo sulle scelte o sulla gestione, ma si deve proteggere il patrimonio comune che è rappresentato da questa occasione straordinaria e unica di marketing per l'Italia".

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