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Mafia al Nord, Saviano attacca la Lega. Il Carroccio: Accecato dai soldi

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L'autore di Gomorra chiede dove fosse il partito di Bossi durante le infiltrazioni dei clan. Castelli: "Studi la storia della Lombardia"

Roberto Amaglio
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Saviano rifila un potente destro al Carroccio. La Lega Nord risponde con un pepato montante. Si può paragonare a un match di pugilato il pungente scambio di battute a distanza tra lo scrittore partenopeo e l'ex ministro Roberto Castelli, i quali si sono confrontati sul tema delle infiltrazioni mafiose al nord. Affondo Saviano – Rilasciando un'intervista al settimanale Vanity Fair (in edicola domani), il giovane scrittore salito alla ribalta dopo la pubblicazione del libro "Gomorra" ha ricordato il maxi blitz delle forze dell'ordine effettuato in Lombardia nella notte tra il 12 e il 13 luglio: un efficace punto di partenza per porre la scomoda domanda. "La Lega ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono. Dov'era quando succedeva questo negli ultimi dieci anni dove loro governavano?". Castelli risponde – Mafia, Nord e Lega nella stessa frase. Un connubio che ha scatenato le reazioni indignate del Carroccio e, più in particolare, di Roberto Castelli, attuale sottosegretario per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Leggo dalle agenzie di stampa che Saviano fa alcune domande sulla Lega e si chiede perché non rispondiamo. Rispondo subito. Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età. Unica sua scusante rispetto alle sciocchezze che dice sulla Lega è che, quando noi combattevamo contro la sciagurata legge del confino obbligatorio che tanti guai ha portato al Nord, aveva ancora i calzoni corti. Se nulla sa della storia della Lombardia, vada a rileggersi la storia della battaglia che la Lega fece a Lecco a iniziare dal '93 contro i clan della 'ndrangheta. Atti amministrativi precisi, fatti concreti. Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze. Né siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi. Infine un invito: vediamo che continua a fare pubblicità al suo libro. La smetta, perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili". Ma poteva una boutade sulla mafia e il nord rimanere isolata dal contesto politico, già impegnato nella discussione della manovra e del ddl sull'università? Ovviamente no. Così nelle ore successive allo scambio di battute tra Saviano e Castelli si è assistito alle solite prese di posizioni a cascata da parte di tutto il mondo politico. Ovviamente nel Carroccio sono pochi quelli che non hanno risposto a Saviano. Se Borghezio ritiene “demenziale attribuire alla Lega nord una pur minima responsabilità circa le infiltrazioni delle mafie al Nord”, Paolo Grimoldi ritiene che “conoscere e scrivere di mafia, arricchendosi, è cosa ben diversa dal contrastarla, come hanno fatto e fanno, rischiando la pelle, Castelli e Maroni e tanti altri”. Fronte compatto dei democratici, invece, a difesa dell'autore. A parlare in questo caso è stato Walter Veltroni. "Tutti hanno visto quanto sono profonde le infiltrazioni della 'ndrangheta anche nel Nord. Saviano ha indicato questa realtà e chiesto conto a quanti in questi anni non hanno visto, sentito né parlato, a chi ha finto che la criminalità organizzata fosse un problema meridionale. A tale constatazione la Lega ha reagito scompostamente, con attacchi vergognosi e con minacce. I cittadini italiani, anche quelli lombardi, sanno che alle mafie si risponde facendo barriera, combattendo le cosche e i loro interessi, esigendo una politica pulita, non insultando chi da sempre si batte contro i poteri criminali come ha sempre fatto Saviano".

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