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Bossi: dito medio e poi la pace. Ma il cantante lo denuncia

Intona a festa della Lega "l'Italia, il tricolore" Senatùr fa il gestaccio. L'autore stempera la tensione, ma poi va in Questura: "Offeso"

Andrea Tempestini
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Umberto Bossi non è certo nuovo gesti contro la bandiera italiana. Ma l'ultimo, con il dito medio esibito domenica sera a Besozzo mentre un cantante invocava le parole "l'Italia, il tricolore", ha sollevato feroci critiche contro il Senatur e Roberto Calderoli, presente con lui sul palco e anche lui protagonista dello stesso gesto. E il video della scena ora spopola sui principali siti d'informazione e su Youtube. Ma non è tutto, perché il cantante sbeffeggiato -  dopo l'apparente riconciliazione con i leghiti di Besozzo - ha anche deciso di denunciare il Senatùr. Lo scontro - Nel filmato si vede il leader del Carroccio che approda sul palco della Festa della Lega Nord, nel paesino del Varesotto, accompagnato da Calderoli, dal senatore, Fabio Rizzi, e dal consigliere regionale, Giangiacomo Longoni. Proprio in quel momento, il cantante, che sta concludendo il suo pezzo, invoca "l'Italia, il tricolore". Subito partono i 'buh' dei leghisti (Bossi in testa, si porta la mano alla bocca per esprimere più forte il suo dissenso). Ma è quando l'animatore azzarda a citare "la sua bandiera" (dell'Italia) che ai 'lumbard' scappa il gestaccio (il dito medio), in realtà rivolto al cantante: prima Bossi, poi tutti gli altri a seguire. L'uomo tenta allora di ricucire in chiusura. "Lo faccio io il finale, lo faccio il miracolo", ha annunciato. E via con l'acuto "Padania", tra applausi riconciliatori. Pace fatta? Nemmeno per idea, perché il cantante - Alessandro Palegalli - parlava di "miracolo" e cercava di rientrare nelle grazie della platea verde, ma in testa stava pensando a qualcosa di diverso: uina denuncia. La denuncia - Palegalli, infatti, ha annunciato che querelerà il ministro delle Riforme: "Ho deciso di presentare querela, lo faccio da cittadino offeso, al di là di qualsiasi idea politica. Mi sarebbero bastate delle scuse - ha aggiunto -, le avrei accettate. Ma visto che non sono arrivate, posso solo immaginare che i leghisti fossero convinti del loro gesto. Nel pomeriggio di martedì il cantante ha presentato ai carabinieri di Bareggio una denuncia nei confronti di Bossi, ma anche di Calderoli, del Senatore Fabio Rizzi e del consigliere regionale, Giangiacomo Longoni. "Mi sono sentito oltraggiato - ha spiegato al telefono con l'agenzia Agi -. Lo considero un gesto fatto nei miei confronti: ho fatto una figuraccia, ero lì per lavorare e non meritavo quel ringraziamento". Palegalli ha poi negato che dietro alla scelta della canzone che ha scatenato il putiferio ci fosse una provocazione: "Ho sostiuito un'amica che non poteva cantare, sapevo di questo impegno da più di un mese, anche se non sapevo si trattasse di una festa della Lega Nord. Quando sono arrivato là ho capito che ci sarebbe stato un comizio - ha aggiunto -, ma non era ben chiaro a che ora fosse, così ho deciso insieme all'organizzatore di cominciare a cantare, in attesa dell'arrivo dei politici. Mi sono limitato a eseguire il mio repertorio - ha concluso -, nel quale c'è anche Bianco, rosso e verde. Non è stataa una provocazione. Se avessi voluto provocare, avrei cantato una canzone in dialetto pugliese".

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