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Tremonti processa la casta Manovra, sì dal Senato

Napolitano stupito dai tempi rapidissimi: "E' un miracolo". Via al piano da 47 miliardi, zero tagli a politica. Domani si vota alla Camera. Il ministro: "Siamo come sul Titanic, se affonda non si salva nessuno. Nemmeno in prima classe"

Andrea Tempestini
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Il Senato ha approvato la manovra finanziaria sui cui il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha posto la questione di fiducia. I sì sono stati 161, i no 135 e 3 gli  astenuti. Il decreto legge passa ora alla Camera dove dovrebbe essere approvato definitivamente, sempre con voto di fiducia, venerdì alle 19. Una velocità di tempi che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al telefono con il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha definito "un miracolo". "Pericolo Titanic" - In aula c'era anche il 'padre' del testo, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha spiegato: "Senza il pareggio il mostro del debito che viene dal passato divorerebbe il nostro futuro". Un valore, quello del pareggio di bilancio, che "è necessario introdurre in Costituzione". Illustrando il decreto a Palazzo Madama, Tremonti ha parlato di "16 nuove azioni per la crescita: dal credito per la ricerca ai contratti per la produttività, da processo civile, al turismo". Il tono del titolare di via XX settembre è grave: "Oggi in Europa c'è l'appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica. Ma la politica non può fare errori". Poi via alla prima di una serie di immagini forti: "E' come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe". E ancora: "La crisi si aggira nel mondo come un mutante che oggi prende la forma della Grecia". Congedandosi, Tremonti ha lanciato un messaggio ecumenico a maggioranza e opposizione: "Il Paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere con tutti voi". Renato Schifani ha espresso la stessa soddisfazione. "Dal Senato arriva una risposta forte, l'applicazione di quel principio di coesione a cui ci richiama sempre più spesso il presidente della Repubblica. Mi piacerebbe - ha auspicato il presidente del Senato - che momenti come questi si potessero ripetere nella quotidianità della politica e non solo sotto la spinta dell'emergenza". Il Colle: "Più crescita" - Anche il presidente Napolitano ha accolto con viva soddisfazione il verdetto di Palazzo Madama. In Croazia per l'incontro diplomatico con il primo ministro Jadranka Kosor e il presidente croato Ivo Iosipovich, il capo del Quirinale aveva commentato pochi minuti prima del voto. Per contrastare l'instabilità finanziaria di queste ultime settimane, ha spiegato Napolitano, "deve crescere di più tutta l'area dell'Unione Europea" ed è necessario - qui il riferimento all'Italia - "coniugare gli interventi urgenti per ridurre il debito e un intervento per stimolare la crescita soprattutto attraverso una maggiore competizione". Il testo - L'ultima versione del testo prevede un valore per il biennio 2013-2014 pari a 70 miliardi di euro, cifra che comprende anche la delega fiscale: questa la stima fornita dal relatore, Gilberto Pichetto Fratin, a margine dei lavori a Palazzo Madama. A regime la manovra vale, nel 2014, 47 miliardi. L'intervento sul 2013 è di 17 miliardi, ai quali vanno aggiunti per effetto delle modifiche altri 6 miliardi. L'impatto sul 2014 è di 25 miliardi, a cui se ne sommano altri 22 dopo i correttivi. Tagli alla casta e ticket - Rimane deluso, invece, chi sparava che anche la Casta tagliasse i suoi privilegi: dopo la sollevazione dei parlamentari, Tremonti ha dovuto arrendersi. Sulla questione dell'eliminazione dei doppi incarichi e dell'abolizione degli ordini avrebbe rischiato. Secondo Emma Marcegaglia, leader di Confindustria, "è inaccettabile che sui costi della politica è stato deciso di non fare niente. La manovra va apporovata, non si sono dubbi, ma i problemi ci sono", ha spiegato Emma nel corso dell'intervento all'assemblea generale degl industriali a Macerata nell'Abbadia. Così, tra il ticket sanitario e le pensioni integrative, chi dovrà pagare di più sarà il ceto medio. E' spuntato infine, dopo le indiscrezioni di mercoledì, il pagamento di un bollo di 10 euro per le visite mediche e di 25 euro per i codici bianchi al prontosoccorso. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha spiegato che "l'introduzione da subito dei ticket riguarda quelli emessi nel 2007, percui ci sono delle categorie esenti. Non sono spalmati su tutt la popolazione", ha sottolineato. Agevolazioni - Sono in arrivo, infine, i tagli lineari su tutte le 483 voci di agevolazioni fiscali attualmente in vigore, comprese quelle sulla famiglia. Il taglio dei regimi di favore fiscale scatta subito, ma non si applicherà nel caso in cui, entro il 30 settembre del 2013, sarà esercitata la delega fiscale. Tra le vochi che subiranno una sforbiciata ci sono quelle sui figli a carico, sulle spese sanitarie e di istruzione, sui redditi da lavoro dipendente, sugli asili nido, nonché quelle a favore degli studenti universitari. Nel dettaglio, le agevolazioni sono ridotte del 5% per il 2013 e del 20% dal 2014. Il gettito previsto a copertura del deficit è pari a 4 miliardi per il 2013 e di 20 per il 2014.

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