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Impostori La Camusso blocca il nostro Paese: contratti blindati, privilegi e super-pensioni

La Cgil ha contribuito al disastro economico del Paese. E ora minaccia scioperi a oltranza contro la manovra

Andrea Tempestini
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Signora Camusso, si accomodi pure, sia coerente con tutta  la sua vita e con la sua strepitosa carriera, è comprensibile che mentre nel resto del mondo e un po' perfino anche qui in Italia le parti sociali collaborano col governo per concertare le misure anti crisi, soprattutto si cerca di spiegare che la crisi è mondiale e tremenda, che  questo è il momento di essere uniti, altri saranno i momenti giusti per contestare il passato e litigare sul futuro, lei, la leader della Cgil, preannunci una mobilitazione generale, che giochi la parte vecchia e logora che ben conosce del sindacato “duro e puro” che minaccia di paralizzare il Paese. Sarà forse come in Grecia, quando in pieno rischio di fallimento, il Parlamento ha dovuto affrontare anche le rivolte di piazza. Lei sarà probabilmente in compagnia di Nichi Vendola e di Antonio Di Pietro, persino di Bersani, ma sappia, se per caso il principio di realtà le sfuggisse sul serio e non per retorica demagogia, che insieme alla sinistra tutta, dello stato del nostro Paese il sindacato pachiderma che lei guida è uno dei principali responsabili, e che siete anche colpevoli del malvezzo degli italiani di pretendere più di quanto non siano disposti a dare. Al governo quel che è del governo o dei molti governi, nessuno nasconde gli errori, ma certo è che in un'epoca della storia italiana nella quale tutti i poteri sono stati messi in discussione quando non abbattuti o almeno vistosamente ridimensionati, l'intoccabilità del pachiderma sindacale è intollerabile, è antistorica. Se l'Italia non cresce lo deve a voi. Se lo Stato sociale rappresenta il quadro del funzionamento di un Paese e il livello di coesione fra le varie generazioni , se prefigura le prospettive future e la capacità di pensare anche agli altri, oltre all'egoismo, la comprensione delle nuove necessità, dei mutamenti economici e politici, allora il welfare che voi avete disegnato e pervicacemente imposto dagli anni Settanta, è terribile. Sono quarant'anni di difesa di privilegi contro qualunque tentativo di riforma; voi non sapete fare un conto, avete predicato un'uguaglianza sostanziale tutta ideologica, per non toccare i garantiti avete pregiudicato le generazioni future che, si sa, non fanno la tessera del sindacato. Le indico senza timore i caposaldi della tragedia attuale da voi mantenuti intoccabili: la pensione retributiva di anzianità, lo Statuto dei lavoratori. Proseguo con il Servizio sanitario, concludo con il vero totem intorno al quale tutto ruota: il posto e la legislazione che vi si è sviliuppata intorno, il posto, anche finto, purché assistito, e alla fine pensionato. Lo Stato sociale, signora Camusso, che avete costruito usando ricatto e potere di veto, è profondamente egoista, la retorica dei diritti si è definitivamente appannata, lasciando un Paese in maggioranza, non del tutto sia chiaro, ma certo in maggioranza fiacco e imbelle, nemico del merito, dell'iniziativa personale, del'ambizione, dell'individuo e della sua ansia di vivere al meglio di sé. Com'è per voi  il popolo Iva? Un fenomeno da guardare con sospetto perché l'iniziativa personale rompe il fronte collettivo delle rivendicazioni e perciò chi la assume lo faccia a suo rischio e pericolo. Per i bravi lavoratori obbedienti invece contratti collettivi, trattenuta in busta paga in barba a qualsiasi referendum sovrano, e alla fine, il premio del pensionamento più precoce e a importi più elevati. Non basta, siete una vera casta, grazie a norme di legge o contrattuali di favore, a prassi tollerate dai pubblici poteri, avete  costruito un apparato sicurissimo che se ne infischia del mercato, che gioca un ruolo forte nella situazione di ingessamento politico ed istituzionale nel quale versa il nostro Paese. Penso all'antipolitica che cresce ogni giorno di più e dico che lo scandalo non sono solo prebende e privilegi dei nostri onorevoli senatori e deputati, ma anche e prima i vostri patronati  e i vostri enti. Signora Camusso, avete distrutto le migliori energie sociali, avete diseducato, imbrogliato, costruito la tragedia italiana di oggi con una responsabilità che nessun altro può condividere allo stesso modo. In piazza bisognerà prima o poi scendere contro di voi. in attesa di una Thatcher che anche da noi faccia come fece quella grandissima donna con i minatori in sciopero e i loro potentati. di Maria Giovanna Maglie

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