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Qui Milano, Striscia di Gaza: Cadorna? No, piazza Arrigoni

Sgangherata proposta del consigliere di Sinistra e Libertà: "Il generale fu un macellaio. Celebriamo il cooperante"

Andrea Tempestini
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A Milano di quell'Ago e il Filo si discute da tempo. A molti la scultura non è mai piaciuta. Si era addirittura arrivati a ventilare la vendita del monumento a qualche comune della Brianza ben disposto ad accoglierlo. I milanese e i pendolari che arrivano ogni giorno alla Stazione Cadorna, nel frattempo, hanno cominciato ad apprezzare, quantomeno a voler bene all'opera di Claes Oldenburg, omaggio alla laboriosità meneghina. Ma di piazzale Cadorna, oggi, si torna a parlare per una proposta di Luca Gibellini, consigliere comunale di Sinistra e Libertà, che sfiora l'assurdo. Il generale Luigi Cadorna deve essere condannato all'oblio poiché emblema disfatta di Caporetto, di cui si celebra il novantaquattresimo anniversario. Quindi secondo il signor Gibellini si rende necessario cambiare il nome al piazzale. Non più Cadorna, bensì Vittorio Arrigoni, il cooperante italiano ucciso a Gaza lo scorso 15 aprile. Pronta una mozione - E quelle del consigliere del partito di Nichi Vendola non sono soltanto parole. L'uomo del sindaco Giuliano Pisapia, infatti, ha già annunciato una mozione in aula e un mini-referendum civico. "Il generale Luigi Cadorna - si legge nella mozione - mandò al macello centinaia di migliaia di uomini, gettandoli contro le linee schierate dei nemici e dimostrò, anche nelle sue memorie, di non aver in nessun conto il valore della vita umana, interpretata alla stregua di munizioni da sparare. Per le sue teorie militariste, in sprezzo della vita umana e fallimentari dal punto di vista anche militare non può rappresentare, in sprezzo della vita umana e fallimentari dal punto di vista anche militare non può rappresentare un modello e un esempio da ricordare nella toponomastica della nostra città". Le polemiche - La proposta ha ovviamente innescato una fitta polemica. Secondo il capogruppo Pdl Carlo Masseroli "forse quando sabato Pisapia ha parlato di opposizione si riferiva a quella interna. Se così fosse potrei ritenere che avesse ragione quando parlava di buffonate". Poi l'attacco dell'ex vicesindaco Pdl, Riccardo De Corato, secondo il quale si tratta di "un'altra proposta sgangherata", "figlia dell'extraparlamentarismo della sinistra. Questa volta la maggioranza, non avendo di meglio da proporre, se la prende con la toponomastica. Come si i milanesi avessero il tempo di dedicarsi a questi temi e dividendosi su episodi accaduti quasi un secolo fa - conclude De Corato -, attraverso un referendum popolare che non interesserebbe a nessuno".

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