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Milano, l'ospedale in Fiera dimette l'ultimo paziente Covid: curate 505 persone

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L’ospedale in Fiera, dopo aver gestito la fase acuta dell’emergenza sanitaria, va in pausa.  I 157 posti di terapia intensiva, allestiti in uno dei Padiglioni del Portello per far fronte alla pandemia da Covid, grazie a un progressivo miglioramento sul numero dei ricoveri e grazie alla massiccia campagna vaccinale in atto, si fermano.  Proprio in queste ore sta per essere dimesso l’ultimo paziente curato lì. Dopo le polemiche iniziali, tanto strumentali quanto fuori luogo, i numeri dell’operazione Fiera sono lì a dimostrare la validità dell’intuizione della Regione.

In totale sono stati gestiti, nel Padiglione del Policlinico in Fiera, 505 ricoveri di pazienti gravi, tutti intubati e ventilati artificialmente. I pazienti sono stati inviati dal Coordinamento regionale per le terapie intensive che, dall’inizio della pandemia, ha fatto fronte alle richieste provenienti da ogni provincia lombarda. Il tasso di sopravvivenza medio per i pazienti ricoverati è stato del 70%, ma ha raggiunto picchi vicini all’80%.

La struttura è coordinata e gestita dal Policlinico di Milano e ha potuto contare sul supporto di 18 ospedali pubblici e privati: tra questi i capofila sono stati il Niguarda di Milano, il San Gerardo di Monza, l’Asst Sette Laghi, l’Asst Ovest Milanese, l’Asst Rhodense, il Policlinico San Donato e l'Istituto Humanitas. Il Padiglione con le terapie intensive non sarà chiuso, ma rimarrà 'ibernato' in attesa di capire l'andamento della pandemia nei prossimi mesi. Se necessario potrà tornare attivo in pochissimo tempo; nel frattempo, eventuali nuovi ricoveri in terapia intensiva legati a Covid-19 saranno come sempre gestiti dal Coordinamento regionale.

“E' necessario continuare ad essere prudenti”, spiega Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano, “l’andamento della pandemia in questo periodo è confortante e i dati sono in continuo miglioramento, ma non è ancora possibile abbassare la guardia. L'estate scorsa avevamo già sperimentato lo stand-by del Padiglione in Fiera, che ci ha permesso di ripartire immediatamente ad utilizzare le sue terapie intensive non appena i contagi erano tornati ad aumentare. Pazienti e Ospedali hanno pagato un prezzo notevole a causa di questa emergenza, ma il Padiglione in Fiera ci ha certamente consentito di gestire la seconda e la terza ondata in modo più flessibile e con minore impatto sulle attività delle strutture ospedaliere". Nel momento di massima emergenza ha attivato 80 posti letto in contemporanea, grazie al lavoro di oltre 90 medici e circa 200 infermieri, insieme a decine di figure professionali indispensabili al funzionamento di una struttura così complessa (farmacisti, radiologi, fisioterapisti, tecnici sanitari e di laboratorio, personale tecnico, amministrativo e informatico, operatori sociosanitari).

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