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Matteo Piantedosi, mossa clamorosa: chi chiama a rapporto

Matteo Piantedosi

Claudia Osmetti
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«La sicurezza non è solo un problema del Sud». Per dare ragione al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, non c'è bisogno di andare a rispolverare statistiche e bollettini delle forze dell'ordine. Macché. Basta scorrere le pagine di cronaca di queste ore: il medico aggredito con un'accetta nel parcheggio del Policlinico; la banda del Rolex in piazzale Dateo; l'aggressione in piazzale Lotto, sulla linea della 91, con il ragazzo di 22 anni che rompe a pugni il vetro di protezione del filobus e si scaglia contro l'autista. Milano. La Milano europea del centrosinistra che fa sempre distinzione tra «il problema sicurezza» e «la sua percezione»; la Milano prima in classifica (per il Sole24ore) nel rapporto tra denunce e abitanti; la Milano capitale dei furti, pure con destrezza, pure negli esercizi commerciali. «In settimana incontrerò i tre sindaci delle principali città metropolitane», fa sapere Piantedosi, «che sono legati dalle stesse fenomenologie. La sicurezza è qualcosa che si lega anche all'intensificazione delle relazioni di vita, va monitorata senza preconcetto». Ecco, appunto. Piantedosi "convoca" il sindaco, Beppe Sala.

 

 

 

Vuole vederci chiaro, vuole fare il punto. E l'annuncio arriva a neanche ventiquattro ore da quando, proprio il primo cittadino di piazza Scala, si è lasciato scappare: «Il tema della sicurezza è di tutti, noi stiamo assumendo in modo significativo un numero maggiore di vigili, ma servono soprattutto forse di polizia». Sai che scoperta. «Il fatto è che, negli ultimi decenni, le amministrazioni di sinistra hanno creato una situazione che oramai è allo sbando», commenta il consigliere comunale della Lega, Samuele Piscina. «È sufficiente guardare a quello che succede al parco della Martesana, la notte, quando si riversano balordi e disperati che fanno chiasso e rumore fino alle prime ore dell'alba. Lì la polizia locale non è mai riuscita a intervenire perché non ha pattuglie che possono essere operative durante la notte. È una vergogna per una città che si dice europea. Siamo la barzelletta d'Europa».

Piscina, poi, punta il dito anche sulle assunzioni dei vigili a cui fa riferimento Sala. «Nel documento unico di programmazione il rinnovo dei vigili che doveva essere promosso per il 2023 slitta al 2025. Ma di cosa stiamo parlando?», si chiede l'esponente del Carroccio, «già 500 ghisa in più sono solo una pezza, visto che con i pensionamenti dell'ultimo periodo ne avremmo bisogno almeno del doppio, ma aspettare ancora tre anni è follia». Uno che di sicurezza a Milano se ne intende è l'ex vicesindaco Riccardo De Corato, oggi deputato di Fratelli d'Italia. «Per fortuna che interverrà Piantedosi il quale, a dire il vero, ha già provveduto con diversi sgomberi e altrettante operazioni contro la criminalità organizzata nel nostro capoluogo. Perché il sindaco Sala non inizia ad agire? È dalla scorsa campagna elettorale (ed era solo settembre del 2021) che millanta assunzioni, ma a oggi si sono visti solamente 67 novi agenti. Milano ha bisogno di una presenza costante degli uomini delle forze dell'ordine sul territorio».

 

 

 

Dello stesso avviso è anche il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Alessandro De Chirico. «Meno male che è cambiato il vento con il nuovo governo», aggiunge, «a Milano la situazione è ormai fuori controllo: chissà se la giunta di centrosinistra risponderò, anche al ministro, che c'è chi "strumentalizza" che aggressioni che avvengono in città. Qui il problema è reale. C'è molto da fare anche sul piano della polizia locale». Piantedosi, mercoledì prossimo, presenzierà anche a un trilaterale con i colleghi delle infrastrutture (Matteo Salvini, Lega) e Istruzione (Giuseppe Valditara) nel merito della sicurezza stradale. Altra croce e delizia, anzi: solo croce, della Milano post-pandemia. «Le dichiarazioni di Piantesosi vanno in una direzione molto chiara», puntualizza l'assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa (Fdi), «quella di cercare, finalmente, di limitare l'illegalità. Mi auguro che anche l'amministrazione di centrosinistra di Milano, che è stata vicina ai centri sociali, le faccia sue. Purtroppo i milanesi non sono liberi nemmeno di andare ai giardinetti perché gli spazi verdi, oggi, sono inaccessibili alla gente per bene. Penso al tristemente noto boschetto della droga di Rogoredo, che però non è un caso isolato. Negli lumi venti giorni, invece, si sono fatti più sgomberi che nei passati due anni: il clima è diverso, prendiamone atto». 

 

 

 

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