Beppe Sala e Boeri, la chat dell'imbarazzo: bordate sui senzatetto

di Massimo Sanvitodomenica 20 luglio 2025
Beppe Sala e Boeri, la chat dell'imbarazzo: bordate sui senzatetto
3' di lettura

È il 12 agosto del 2018. Stefano Boeri scrive su whatsapp a Beppe Sala: «Se posso permettermi: bisognerebbe dire a Majorino che più trattiamo coi guanti homeless più ne arrivano. C’è una costante migrazione verso Milano. Perfino Genova si sta svuotando...». È il messaggio sicuramente più curioso tra quelli pubblicati nelle oltre 400 pagine dell’inchiesta dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. È il segno che anche l’elite di sinistra, seppur non lo dichiari mai pubblicamente, guarda con preoccupazione ai temi concatenati dell’immigrazione e della sicurezza.

Fatta questa divertente parentesi, ecco altri scambi via chat tra il sindaco di Milano e l’archistar. Il 22 febbraio del 2022, Beppe Sala scrive a Boeri su whatsapp: «Vi ricevo volentieri ma ti premetto che il progetto che mi ha fatto vedere Giancarlo (Tancredi, ndr) politicamente non mi sento di portarlo avanti. Ho fatto tutta la campagna sul tema delle “rigenerazioni” e non posso fare spuntare torri dove oggi non c’è nulla. Poi (mia personalissima opinione avendo abitato lì) non penso che per i residenti lo stato attuale delle cose sia un problema».

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Si parla della riqualificazione di Cadorna. Risponde l’archistar: «Capisco. La mia idea è di fare al posto dei binari un grande parco di tre ettari e un quartiere per giovani. E la sede Accademia Scala su Mario Pagano. Ma certo bisognerebbe fare ragionare promotori (che sono gli stessi di piazzale Loreto) e io non ho abbastanza forza. Verrei con Masseroli e Balducci ma se vuoi ci vediamo prima per poterti spiegare bene progetto». Sala ribatte: «Meglio prima io, te e Tancredi. Ok, faccio fissare?». E Boeri: «Benissimo». Alla fine salterà tutto. Un altro fronte su cui si concentra la procura di Milano è quello dello stadio. In questo caso l’archistar sembra molto rigido. Il 10 settembre del 2019, dopo che il progetto con la sua firma per lo stadio viene bocciato, scrive così al sindaco: «Siamo stati esclusi perché non rispettavamo i parametri del masterplan presentato a luglio dalle società.

Da quando presentare un masterplan equivale a farlo approvare? Noi abbiamo rispettato le loro richieste ma abbiamo modificato masterplan per migliorare gli spazi per il quartiere, ad esempio creando un parco di 20 ettari e distanziando lo stadio dalle case. E adesso il nostro contributo diventa invisibile... davvero incredibile. Attenzione che si crea un grave precedente di sostituzione di interessi privati e decisioni private ai criteri di informazione e scelta del Comune basati sull’interesse collettivo. Beppe per me il caso è chiuso, perdere concorsi è del tutto normale... ma ti segnalo che qui la cosa è diversa». Risponde Sala: «Per lo stadio mi sembrano folli. Mi stanno mettendo in difficoltà. Ora vediamo cosa fare».

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Nel gennaio del 2022 Boeri torna a parlare di S. Siro. «Settimana prossima se vuoi ti porto proprietari area ex piste allenamento Snai interessati a realizzare stadio». Sala dà l’ok. E ancora, il 24 maggio: «Ciao Beppe (per tirarci un po’ su) Giancarlo ti farà vedere progetto per aree Snai (piste allenamento) che può diventare grande regalo alla città. Un tardo pomeriggio che puoi ci andiamo a fare un giro in bici». Risposta: «Va bene. Appena possibile andiamo a vedere».

Quanto all’architetto Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio e figura centrale nella maxi -inchiesta, come emerge dalle carte «almeno dal 2017» viaggiava all’estero, con un collega di uno studio di Lugano, «alla ricerca di Nodi da studiare urbanisticamente, individuando luoghi e rintracciando soggetti interessati a concludere accordi e a cui vendere i masterplan» per «avviare massicce speculazioni edilizie"». Per i pm «impressiona l’analogia con la vicenda milanese».

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