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Mario Monti e Gianfranco Fini, la lite per 20mila euro

Andrea Tempestini
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Non si conosce l'elenco esatto, e nemmeno se lì sia spuntata la celebre cucina della casa di Montecarlo. Però è certo che Gianfranco Fini abbia venduto mobili e arredi a Mario Monti all'inizio della campagna elettorale 2013. Probabilmente si tratta di poltrone e forse scrivanie. Il problema è il prezzo: Fini e Monti non si sono messi d'accordo, e ora stano trattando con l'aiuto di un arbitro. Lo rivela il bilancio 2013 di Scelta civica, che ha appostato 20 mila euro al fondo per rischi e oneri «a copertura del debito esistente nei confronti di Fli per il corrispettivo da riconoscere in relazione agli arredi e attrezzature presso la sede di via Poli in Roma. L'accantonamento è stato commisurato in base alla trattativa non ancora conclusa con Fli». Rimasti ai margini della politica, dunque, al fu leader del centrino e al fu leader del disastroso Futuro e Libertà non resta che bisticciare per il mobilio, tirando sul prezzo di un comodino e cercando di spuntare uno sconto su un guardaroba. Una brutta fine, insomma, per due pezzi "d'arredamento" della politica italiana.

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