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Travaglio attacca Mineo:"Vai con gli impresentabili Pd""E tu sputi solo sentenze con Santoro"

L'accusa arriva da un editoriale di fuoco sul Fatto. Marco Manetta accusa l'ex direttore di Rai News di parlare in Sicilia sul palco con Crisafulli. Ma il dem reagisce e attacca

Ignazio Stagno
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Marco Travaglio e Corradino Mineo. Volano stracci tra le penne rosse. A far scoppiare la polemica è stato un editoriale di fuoco del giornalista de Il Fatto Quotidiano che ha attaccato duramente l'ex direttore di Rai News 24 e ora candidato per il Pd in Sicilia. "Oggi tocca parlare di Corradino Mineo, direttore per 7 anni di Rainews24 all'insaputa dei più (il canale ha totalizzato nel 2012 il ragguardevole share medio dello 0,57%), ma non del partito (il Pd) che l'ha prima sponsorizzato in Rai e ora lo candida, nientemeno che come capolista al Senato in Sicilia". L'accusa di Travaglio - Dopo aver fatto un breve curriculum di Mineo, Marco Manetta attacca a viso aperto Mineo: "Il futuro statista ha chiuso la campagna elettorale a Enna con un imperdibile dibattito col locale ras Vladimiro Crisafulli, detto “Mirello”, che il mese scorso la commissione di garanzia del Pd presieduta da Luigi Berlinguer ha escluso dalle liste dopo che il Fatto aveva ricordato le sue variopinte pendenze giudiziarie (note a tutti anche se non ne parlava nessuno) e pubblicato un rapporto inedito dei Carabinieri del 2008 in cui si chiedeva addirittura il suo arresto". Poi l'affondo finale: "In questi anni ho più volte aderito agli appelli dell'Usigrai e di altre benemerite associazioni in difesa del Mineo, che ogni due per tre passava per vittima di non si sa bene quali censure e ostracismi. Me ne pento amaramente e me ne scuso vivamente con i lettori". La difesa di Mineo sul caso Crisafulli - Poche ore, Mineo si rende conto delle accuse del pm Travaglio e viene chiamato a difenderesi sul banco degli inputati. Con una nota al veleno Mineo risponde e bastona Travaglio difendendo la sua scelta di aver chiuso la campagna elettorale ad Enna e di aver incontrato Vladimiro Crisafulli, uno degli "impresentabili" del Pd: "Sono andato a Enna, ho accettato di discutere con Vladimiro Crisafulli, detto Mirello, di farmi intervistare con lui, davanti a centinaia di persone, da un giornalista di Repubblica. Sì, l'ho fatto! E non “per avere i suoi voti” dato che, come ciascuno sa, l'impresentabile legge detta “porcata” mi esime, in quanto capolista e dunque già eletto, dal fastidio di dover incontrare i potenziali elettori. No, sono andato ad Enna per capire come mai in così tanti continuassero a sostenere Crisafulli. E perché si impegnassero così tanto nella campagna elettorale per il Pd, cioè per quel partito che aveva appena escluso “Mirello” dalle liste. E credo di averlo capito. A Enna la politica è Crisafulli. L'università, Crisafulli. I giovani che si avvicinano all'impegno incontrano Crisafulli. Anche un mafioso lo incontra. E gli chiede, non dà ordini, e si sente rispondere : no. A Enna, al popolo di quel “dirigente politico”, ho detto io che non sono d'accordo. Che la politica locale non può fondarsi su di un uomo che sia misura di tutte le cose. Che Crisafulli non avrebbe dovuto incontrare, non si sarebbe mai dovuto mettere in condizione di incontrare, quel mafioso. Ho detto che condivido (condivido, non condividevo) la scelta del Pd di non candidare Crisafulli. Perché la politica non può aspettare sentenze definitive, deve proteggersi e deve prevenire". Veleno su Travaglio - Poi dopo essersi difeso dall'accusa per il "caso Crisafulli", Mineo ne canta quattro a Travaglio: "Caro Travaglio, tra me e te c'è una grande differenza. Io, mafia e cultura di mafia voglio combatterle a viso aperto e nelle piazze. Tu leggi le carte dei magistrati e sputi sentenze. Io voglio fare politica, in Sicilia, tu sul palco di Santoro o dalla prima del Fatto, ti dai voti di adamantina purezza e, novello Torquemada, commini la pena a chi non è degno. Tu sei un grande giornalista di destra, prestato alla sinistra. Io un uomo di sinistra che per 35 anni ha provato, con onestà, a fare il giornalista. Quanto al “Fatto”, ne apprezzo le inchieste, ne leggo ogni mattina quasi tutti gli articoli. Attribuisco, invece, l'insostenibile faziosità di certi commenti all'egemonia culturale del Berlusconismo. A proposito. Ho aderito alla campagna “riparte il futuro” promossa da Libera e Gruppo Abele. Ma ne sono ancora degno, ora che Torquemada mi ha bollato?"

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