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"Fate schifo", "pedofilo", "a forconate",Travaglio, da questurino a Re dell'odio

Travaglio, vicedirettore del

Dalla batosta subita col Cav nell'arena di Santoro non si è più ripreso. Ha messo da parte il codice penale e le sentenza e ha imbracciato il megafono del veleno. Inveisce e attacca quotidianamente. Ormai dice quello che la rabbia gli detta

Ignazio Stagno
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  Marco Travaglio non è più lui. Da quello scontro con il Cav a Servizio Pubblico durante la campagna elettorale, in cui Silvio lo mise ko in 2 ore di show, Marco Manetta non si è più ripreso. Un tempo nei suoi articoli seppur giustizialisti, potevi trovare sentenze, articoli del codice penale, precedenti storici, e carte documentate. Da quando è arrivato lo scivolone in casa con Berlusconi, tutto è cambiato. Marco ha temuto di perdere il suo zoccolo duro di lettori. La campagna elettorale è stata devastante. Per Travaglio la resurrezione di Silvio questa volta non è stata salutare. Perchè a far da Lazzaro è stato proprio lui, il nemico Marco. Così per tirare acqua al suo giornale e ringalluzzire i suoi lettori è iniziata la stagione dell'odio.  Stagione dell'odio - Travaglio ha messo da parte la fredezza, i manuali, il codice penale, e ha imbracciato il fucile del veleno. Le vittime sono tante. Tutte designate per strappare un urlo di giubilo di un suo lettore. Travaglio ha qualcosa da farsi perdonare e così ha alzato il tiro. Una vittima insospettabile ad esempio è stata Emma Bonino, impiccata tra le righe di Travaglio con questa accusa: "Da sempre radicale, la Bonino si è candidata nel 1994 con Forza Italia fondata da Berlusconi, Dell'Utri e Previti. Nel '94, quando si candidò con il Cav partecipò con lui e la Parenti a un comizio a Palermo contro le indagini su mafia e politica".  Via coi forconi - Subito dopo, sempre nelle settimane per la battaglia per il Colle, Travaglio andava giù pesante anche con il Pd. Per Giuliano Amato e per Anna Finocchiaro il destino è uno solo: "Essere cacciati via con i forconi". La Finocchiaro è colpevole di avere un marito indagato, Amato una pensione troppo elevata. D'accordo anche noi ne abbiamo scritto, ma non gli abbiamo mai augurato di essere infilzato da un forcone.  Napolitano aiuterebbe Hitler - Poi è il turno di Giorgio Napolitano. Contre Re Giorgio scatta una campagna d'odio senza precedenti. Travaglio nei giorni della rielezione ne scrive quotidianamente. Lo accusa di tutto di essere un "necrofilo", un "inciuciaro", uno che "come von Hindemburg nella repubblica di Weimar, sarebbe capace di spianare la strada ad Hitler", ovvero Berlusconi. Ma Napolitano è anche colui che "chiagne e fotte, che impone il gioco sadomaso della sopravvivenza".  Grasso ai funerali di Provenzano - Quando muore Giulio Andreotti sembra invece una manna dal cielo per i Travaglio e i suoi. Per tre giorni il giornale si assicura odio a volontà contro il re di tutti i mali, secondo Marco Manetta, della prima Repubblica. Ma a che c'era, Travaglio rispolvera un pò di sano odio contro Pietro Grasso e lo impallina con l'accusa di "aver partecipato ai funerali di Agnese Borsellino e il giorno dopo a quello di Andreotti". Davvero troppo per Travaglio che si spinge oltre e arriva e anche a dire che "probabilmente Grasso andrebbe anche al funerale di Provenzano".  Fate schifo - L'ultima pennellata d'odio invece arriva sabato scorso per i suoi "amici" magistrati. Il Csm ha sanzionato il pm minorile Anna Maria Fiorillo per aver parlato con la stampa raccontando particolari sulla notte del maggio 2010 in cui Ruby fu identificata in questura a Milano. Apriti cielo, Travaglio non usa mezzi termini e attacca: "Voi giudici fate schifo in un paese di merda". Parole esplosive basate solo sull'odio. Così non stupisce se il giorno dopo la richiesta di 6 anni da parte della Boccassini nel processo Ruby, il Cav venga definito come "un pedofilo". La  legge dell'odio lo chiede. I lettori del Fatto anche. Travaglio esegue.  

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