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Geppi in viaggio di nozze, ma pensa al lavoro

Nicoletta Orlandi Posti
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L'estate calda di Geppi Cucciari è la prima da moglie. Eh sì, perché la simpatica show-man che ha chiuso definitivamente con La7 e non ha aperto con il Festival di Sanremo («Sono bufale di mezza estate, a febbraio dovrei partire con un tour teatrale...», taglia corto lei quando tiriamo fuori la faccenda che Fazio le sta facendo la corte per averla all'Ariston insieme alla Littizzetto) sta vivendo una lunga luna di miele a metà tra il lavoro e la tintarella di sole insieme a Luca Bonaccorsi. I due si sono sposati lo scorso inverno ma per gli impegni della Geppi stanno festeggiando in questi mesi. Lei cerca di equilibrarsi tra recital di cabaret pur inframmezzati con brevi vacanze: il marito-giornalista, quando può, è al suo fianco. Dimagrita e tonica, la Cucciari ironizza sul tam tam informatico che vorrebbero il suo topless tra i più ricercati dell'estate: «Aspettino un bel po'...», replica piccata con la solita franchezza che mostra davanti alle telecamere. Noi, però, da fetenti, insistiamo. Capita quando ci si trova al cospetto di una donna ironica e intelligente.  Cara Geppi, essere considerata da taluni anche sexy, oltre che simpatica, non fa male alla propria autostima... «Se vogliamo buttarla sullo scherzo dico di sì ma il topless lo lascio all'immaginazione di chi vive 24 ore davanti a un computer. In generale, aggiungo, vorrei sfatare la leggenda metropolitana che vuole una comica agli antipodi della sessualità. Nel cinema oppure in televisione il saper far ridere va troppo spesso a scapito della sensualità». Chiariamo definitivamente le cose sul versante Sanremo: perché no? «Non è un no, il mio. Per rispondere a qualcuno devono averti fatto la domanda. Io non ho avuto proposte ufficiali. A Sanremo ci sono già stata: prima come inviata di una rivista, ero tra voi giornalisti in sala stampa e mi sono divertita un sacco. Poi come ospite, un anno fa». Se le offrissero un ruolo da primadonna accanto a Fazio? La Littizzetto sembra abbia nicchiato un bel po' su un suo bis all'Ariston... «Fazio ha twittato che non ci può essere Sanremo senza Luciana. E allora? Che andrei fare in mezzo a quei due? Penso ad altro, per esempio a recitare. Ho 40 anni, c'è tempo per l'Ariston». Due film in uscita, uno più importante dell'altro per la sua carriera, no? «A dire il vero i film sarebbero tre. Anche se quello di Giovanni Veronesi è ancora in alto mare e, per il momento, il ruolo è limitato a una piccola parte che mi è stata disegnata su misura. Però tre ruoli in pochi mesi dopo che avevo girato tre film in dieci anni non sono male». Andrà al Festival di Venezia con L'arbitro, un film di Paolo Zucca con Stefano Accorsi... «È una commedia in bianco e nero su un episodio di corruzione arbitrale in un campionato di terza categoria. Io sono la figlia dell'allenatore cieco». Da Sanremo a Venezia, il passo è breve... «Vero. Il film di Zucca aprirà le giornate degli Autori al Festival di Venezia. Però non mi monto la testa, eh?». Più lieve la trama de Un fidanzato per mia moglie... «Lì ci sono Luca e Paolo a tenere allegri tutti quanti. Io sono la moglie di Paolo, sempre sola e parecchio giù di corda. Tedio la mia dolce metà fino all'esaurimento. Immaginate dal titolo che succederà». La sua prima volta nel cinema è stata con Carlo Verdone in Grande, grosso e Verdone. Lei si è gettata senza rete in quel film e in un ruolo importante: sana incoscienza? «Ero sua moglie, una boy-scout che finiva in mezzo a uno strano funerale della suocera. Senza neppure accorgermene, stavo recitando accanto a uno dei grandi del nostro cinema». Da ragazzina aveva un riferimento comico? «Ho sempre trovato divertente e incisiva la coppia Jerry Lewis-Dean Martin. Erano una fonte di ammirazione più che di ispirazione. Come Giorgio Gaber riuscivano a conciliare l'umorismo con una robusta dose di amarezza. Non erano due clown, difficilmente un attore che fa ridere è soltanto un clown».  Però è vero che i grandi comici e le grandi comiche sono, nella vita, generalmente tristi? «Sfatiamo pure questa leggenda metropolitana. I comici, nel privato, potranno essere differenti dai personaggi che interpretano in scena ma non per questo sono sfigatoni con il muso. La verità è che sul palco devi dire battute ogni 25 secondi, nella vita sei te stessa. E non parliamo di comici depressi nel privato, la depressione è una cosa seria, non generalizziamo». Tornerà in televisione? È tra le papabili spalle di Gianni Morandi nello show all'Arena di Verona su Canale 5... «Non c'è nulla di definitivo. Di sicuro tornerò nella primavera 2014. Forse a Mediaset, forse in Rai. Dovrei fare anche teatro con una pièce scritta da Mattia Torre». Chi è, in realtà Geppi Cucciari? «Una ex ragazza nata a Macomer, il luogo dove un tempo si immaginava mandassero i militari in punizione. Una ex ragazza, dicevo, che si è laureata in legge molto tardi, anzi tardissimo, è emigrata a Milano e ha iniziato di fare l'attrice comica nel laboratorio di Zelig. Volevo sfondare». Dove ha preso il suo eloquio e la prontezza nelle battute? «Sono un avvocatessa mancata, forse». Raccontano che lei giochi benino a basket. Un'altra leggenda metropolitana? «Nooo. Tutto vero. Ho 40 anni ma ci do ancora dentro. Ho giocato anche in Serie A con la Virtus Cagliari, ora sono il pivot del Segrate, in serie C». Pivot? È il ruolo dove si tirano fendenti proibiti, là sotto il canestro... «E dove crede che abbia imparato a difendermi e a tirar fendenti? Il basket è una scuola di vita». di Leonardo Iannacci

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