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Quello che resta di Fini:una lapide per ricordarele sue gesta di subacqueo

Il Comune di Monte Argentario piazza una targa a ricordo dell'"impresa" dell'ex presidente della Camera: l'anno scorso recuperò un'ancora patacca dal fondale

Matteo Legnani
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Silvio Berlusconi lo sappiamo tutti dov'è e dove sta trascorrendo l'estate. Ma Gianfranco Fini? La scorsa estate anche i muri sapevano dove stava, grazie alla presenza di una mezza dozzina di agenti della sua scorta comodamente alloggiati in un hotel 4 stelle di Orbetello. Ma a Gianfry non bastò la notorietà acquisita grazie all'ennesima dimostrazione di "castite". E così, in quella che sarebbe stata la sua ultima estate di gloria, pensò bene di finire sui giornali per le sue imprese da subacqueo. No, non per un'altra escursione nell'area protetta di Giannutri. Ma grazie al recupero-patacca di un'àncora sul fondale dell'Argentario. Ancora che lui spacciò come appartenente a "un galeone del 1700", salvo essere smentito da tutti i pescatori e uomini di mare del posto. Chi pensava che il trash fosse a quel punto già abbastanza non immaginava nemmeno che quell'impresa subacquea potesse essere ricordata con apposito moumento. E invece, come racconta Il Fatto quotidiano, è quel che ha fatto il sindaco del comune di Monte Argentario. Arturo Cerulli, amministratore locale di strettissima osservanza finiana, ha infatti esposto, con tanto di targa travestita da antica pergamena (che aumenta ulteriormente l'effetto trash-kitsch), l'ancora griffata Gianfry in un apposito giardinetto nel centro del paese. "Àncora di tipo ammiragliato. Recuperata nel 2012 dall'on. Gianfranco Fini durante un'immersione subacquea sotto punta Avoltore" recita la targa. Che, forse, sarebbe meglio chiamare lapide, vista la fine politica dell'eroe subacqueo. 

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