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Daria Bignardi, drammatica confessione: "Ho avuto un tumore, chi ha preso in giro i miei capelli..."

Alessandra Menzani
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Daria Bignardi è una grande. E' vero, non è una simpaticona, ha l'aria radical chic, ha idee politiche decisamente a sinistra che possono non trovare tutti d'accordo, ma è una grande. Alla vigilia dell'uscita del suo nuovo libro, "Storia della mia ansia", l'ex direttrice di Raitre parla per la prima volta (e forse l'ultima) della sua malattia e usa addirittura parole tenere per coloro che avevano preso in giro la sua capigliatura sale e pepe, definendola "horror", quando in realtà si trattava dei suoi capelli grigi dopo il ciclo di chemioterapia. Per approfondire leggi anche: Il nuovo libro di Daria Bignardi Poteva massacrarli (e massacrarci) ma ha usato il registro della pietas. L'hanno ferita le critiche? "Ma no, sono vaccinata", risponde a Vanity Fair, "chiunque compare, soprattutto oggi, è oggetto di una tale massa di critiche che non bisogna esserne toccati davvero. In alcuni casi, le assicuro, mi dispiaceva per loro. Mi preoccupavo che rimanessero male se avessero saputo del cancro. Sono materna. E quindi rompiscatole. Vorrei fare da mamma a tutti".  La Bignardi ha centrato il punto. E racconta, senza slogan né atteggiamenti da eroina, la sua malattia. "Chi è ammalato considera la propria malattia il centro del mondo, ma anche se ho rispetto per chi sta soffrendo in questo momento, parlare pubblicamente della malattia in generale, o peggio ancora della mia, non mi interessa. Per tanti motivi: un po' per pudore, un po' per paura della curiosità o della preoccupazione degli altri, un po' perché quando guarisci volti pagina e non hai più voglia di parlarne ancora. Ho superato una malattia seria, ma al tempo stesso molto comune. Si ammalano milioni di donne, a cui va tutto il mio affetto". La Bignardi, ferrarese, 57 anni, ha scoperto di avere un tumore facendo una mammografia di controllo, appena terminata l'ultima stagione delle Invasioni barbariche su La7. "Sei mesi dopo, a una settimana dall'ultima chemio, mi è arrivata la proposta di Campo Dall'Orto per dirigere Raitre. Gli ho raccontato tutto", prosegue la giornalista, "ni ha chiesto soltanto: 'Sei guarita?'. Gli ho risposto di sì. 'Ti aspetto a Roma', mi ha detto e io sono partita. Dopo sei mesi dentro a una bolla sono entrata dentro a un'altra bolla. Da un'esperienza totalizzante all'altra". Nessuno conosceva lo stato di salute di Daria. "Il giorno della nomina, quando c'è stata la conferenza stampa a Roma, avevo la parrucca", prosegue, "l'ho portata per diversi mesi, era molto carina, capelli identici ai miei, anzi più belli. Poi andando avanti e indietro in continuazione tra Milano e Roma, a gestire 'sta parrucca, a un tratto, non ce l'ho fatta più. Un bel giorno l'ho tolta dalla sera alla mattina e mi sono presentata al lavoro con i capelli corti e grigi che stavano ricrescendo sotto. Ma non ho dato spiegazioni, tranne che ai miei vicedirettori, coi quali eravamo diventati amici". Da lì i commenti impetuosi sul suo look diverso dal solito.  La affatica parlare del tema? "Più che affaticarmi non mi interessa tanto. Ne ho scritto. Lei domanda e io rispondo, ma è la prima volta e anche l'ultima spero". Adesso pensa solo al suo nuovo libro con cui punta molto in alto. Non è una storia di malattia, parla di ansia, la sua e di quella che aveva sua madre, ma soprattutto di amore. Un amore disperato, dice lei. Esce il 20 febbraio.  di Alessandra Menzani

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