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Vittorio Feltri e la confessione su Enzo Biagi: "Ecco cosa mi ha insegnato"

Davide Locano
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Raitre ha riproposto un bellissimo programma di Enzo Biagi. La prima puntata è andata in onda la vigilia di Natale, il 24 dicembre di quest' anno. Titolo originale: «Cara Italia». Roba di venti anni orsono eppure fresca e attuale come un documentario girato soltanto ieri dal grande giornalista, se fosse in vita. Purtroppo questi non c' è più, ma ha ancora qualcosa, anzi molto, da insegnare alla categoria cui appartengo. Bravo Loris Mazzetti che lo ha capito, rispolverando e offrendo ai contemporanei pagine indimenticabili e tuttora fragranti di giornalismo televisivo. Biagi e la telecamera erano coniugi inseparabili. Enzo rivisitato ci ha raccontato Napoli con una classe ineguagliabile. Ha intervistato decine di personaggi partenopei mediante domande secche, semplici e ficcanti, ottenendo risposte illuminanti che ci hanno consentito di rubare l' anima del capoluogo campano, di norma liquidato in termini folkloristici, nonostante meriti di essere compreso nella propria essenza. Mai nessuno quanto il vecchio cronista emiliano è riuscito a fotografare la città del Golfo con tanto amore e tanta comprensione, penetrando con delicatezza nelle pieghe recondite della napoletanità. Leggi anche: Feltri incenerisce la fanatica grillina che lo insulta La quale è un valore. Basti pensare che la metropoli in questione fino all'inizio dell' Ottocento fu la capitale europea della cultura. Enzo, uomo sensibile, è stato capace di ricordarcelo con garbo senza impartire lezioncine accademiche, bensì ascoltando le testimonianze di numerosi napoletani di alto profilo. Non era facile rivalutare, di questi tempi, la città di Pulcinella, massacrata com'è dalla delinquenza e dalla miseria, ciononostante Enzo con tatto e perizia ha colto nel segno. Solamente lui era in grado di compiere simile operazione e, sebbene ci abbia lasciati, ci tocca rendergliene merito. Biagi era un mostro sacro e mi onoro di aver lavorato con lui, carpendogli forse il peggio del mestiere che mi è servito per campare bene per anni. Rivederlo in tv, dopo lustri dalla sua scomparsa, mi ha fatto comprendere che uno così non ci sarà più, abile e umano come nessuno, pronto ad andare incontro alla curiosità del popolo senza mai ingannarlo. Ovvio. Anch'egli aveva qualche difettuccio, ce li hanno tutti, però la sua professionalità, improntata a spontaneità, non aveva eguali nell'esprimersi in televisione e non solo. Gli rendo omaggio. E lo rammento con nostalgia. di Vittorio Feltri

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