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Annalisa Chirico, la verità a Libero sulla cena di Salvini e la Boschi: "Vi dico che fine farà Di Maio"

Gino Coala
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Beati gli invitati alla cena della signora. «Ho appena finito la manicure e ora mi sento a posto. Sai che l' ordine delle mani, per una donna, è fondamentale? Rispecchia l' ordine mentale». Annalisa Chirico, giornalista al Foglio, è su di giri e parla a raffica a poche ore dalla cena che ha convocato in un ristorante romano per avvicinare amici e sodali di rango intorno al progetto dell' associazione "Fino a prova contraria" di cui è presidente. Titolo dell' iniziativa: "Una nuova giustizia. L' impresa che serve all' Italia". Leggi anche: Salvini e la cena dei sospetti, con chi era seduto: Di Battista, ora taci Hai messo a tavola Matteo Salvini e Maria Elena Boschi. "La cena dell' ancien régime", come l' ha definita Alessandro Di Battista invitando il leghista a tornare in sé. «L' invito l' hai ricevuto. Sai bene che gli ospiti principali erano figure istituzionali e imprenditori e magistrati. Da Elisabetta Alberti Casellati a Giuliano Amato e Paola Severino, la bussola della nostra associazione, da Nicola Gratteri a Vincenzo Boccia e Urbano Cairo e Luca di Montezemolo...». Ti ho cercata per parlare di Cesare Battisti. «Battisti è un terrorista pluriergastolano, fino a poche ore fa latitante, mai pentito. Ha lasciato dietro di sé una scia orrenda di sangue e ha inchiodato su una sedia a rotelle il figlio di una sua vittima. Finalmente è tornato nelle mani della giustizia italiana». Sei la fondatrice di un movimento culturale garantista, vieni dal mondo dei Radicali. Ti sembra giusto che Battisti debba farsi sei mesi d' isolamento diurno? «No. Deve scontare la pena, naturalmente, ma deve essere umana e proporzionata ai reati per cui è stato condannato». Ergastolo. «Ma l' isolamento diurno è un eccesso che non può rientrare nella concezione di una pena commisurata. Bisogna avere giustizia, non farsi giustizia. E giammai vendetta». Non penso che l' isolamento ne farà un martire. «Rischia di attizzare i peggiori istinti tribali. In uno stato di diritto, la limitazione della libertà è contemplata, un accanimento del genere no». Salvini ha peccato di protagonismo? «Avrei evitato la pubblicazione delle foto della camminata fatta dall' arrestato con le manette ai polsi. Non si esibisce un uomo che perde la libertà». E il carnevale di Ciampino in divisa da poliziotto accanto al Guardasigilli, Alfonso Bonafede? «Un' inutile sfilata politica. Sulla scelta d' indossare divise dei corpi dello Stato, invece, la penso diversamente e l' ho detto a Salvini: ti calzano molto bene. Lo Stato deve manifestare la sua presenza e non mi scandalizza che lui abbia deciso di farlo anche così. Se il ministro dell' Interno gode di un vasto consenso popolare, è anche perché c' è stata troppa compiacenza verso l' illegalità e troppo finto umanitarismo». Ti daranno della questurina. «Fino a prova contraria deplora gli eccessi tribali ma crede a fondo nella legalità». A proposito, non mi hai detto nulla su Bonafede. «Poverino, che devo dire di Bonafede. Il modo in cui ha brandito come un trofeo la legge "Spazzacorrotti" mi ha lasciato allibita: un avvocato che esulta come un tifoso per la sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio». I Cinque stelle sono questo. «Ma i cittadini vogliono un accorciamento nei tempi dei processi! Allungare i termini della prescrizione diventerà l' alibi per l' inefficienza della giustizia e la precondizione per allestire processi infiniti. Bisognerebbe ammettere che il processo è già in sé una pena, perché toglie tempo e soldi. Ma il problema dell' Italia non è Bonafede, è il governo del non senso...». Se ti dicessi che è il peggior governo fatta eccezione per tutti gli altri governi possibili? Come la democrazia per Winston Churchill. «Non è uscito dalle urne». Detto dalla musa del Nazareno... Non eravate quelli della democrazia parlamentare contro la democrazia diretta? «I programmi elettorali di Lega e Cinque stelle erano radicalmente diversi». Salvini dovrebbe stracciare il contratto? «Votare non è reato: oggi i rapporti di forza nella maggioranza sono invertiti rispetto al 4 marzo. Andando avanti, Salvini rischia di restare schiacciato sulle posizioni grilline: un danno per la crescita, lo sviluppo, le infrastrutture». Sogni un governo Salvini-Berlusconi-Renzi? «Nel suo progetto per l' Italia, Salvini potrebbe non avere bisogno di Berlusconi e Renzi».  Una Lega a vocazione maggioritaria, come il Partito Democratico renziano.  «Sì, la sfida è questa. Basta con il sovranismo folcloristico e sguaiato: Salvini trasformi la Lega in un partito di stampo anglossassone, all' americana, con dentro tutte le sfumature». Ne avete parlato? «Sa come la penso». Quindi ha ragione la Boschi quando dice che nella tua cena «non era previsto alcun confronto con Salvini per parlare di alleanze». «Sai quanti parlamentari si sono registrati per la cena a pagamento? Cinque. Uno della Lega, due del Pd, uno di Forza Italia e l' ultimo non me lo ricordo. Fino a prova contraria non propizia accordi politici, riunisce donne e uomini che vogliono una giustizia giusta ed efficiente, e punta i riflettori sul rapporto tra giustizia ed economia». Messa così è meno appassionante. «È il tema del momento! Abbiamo commissionato un sondaggio a Swg sulle esigenze degli imprenditori. Perché è l' impresa che crea ricchezza, lo Stato deve soltanto redistribuirla». Conclusioni? «Anche se Luigi Di Maio prevede un boom, l' Italia è in grande difficoltà. E se l' economia rallenta e i cantieri chiudono dipende anche dai difetti della giustizia. Per avere investimenti servono leggi chiare, tempi certi, decisioni prevedibili. Chiediamo più giustizia per avere più crescita, in nome del pil». Di Maio crede di poter risollevare l' economia e la sua ricetta ha ricevuto molti voti. «Di Maio non crede a niente. È uno che negli anni 70 avrebbe potuto militare tanto nella Dc quanto nel Pci». Invece Salvini. «Salvini crede in qualcosa. E anch' io credo in quel che faccio». Per questo non hai invitato a cena alcun esponente dei Cinque stelle? «Non è vero. Inseguo Bonafede da quando si è insediato. E come centrotavola ho scelto le rose rosse che sono il logo di "Fino a prova contraria" e il simbolo della passione che metto nelle cose che faccio». di Alessandro Giuli

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