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Sallusti: "Alfano figlio ingratovuol mettere il Cav all'ospizio"

Alessandro Sallusti

Il vicepremier, secondo il direttore, vede il "padre" come ostacolo alla realizzazione del proprio soddisfacimento ed è pronto a sacrificarlo

Nicoletta Orlandi Posti
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Angelino Alfano figlio ingrato. E' questo il ritratto del vicepremier, pronto a sacrificare Silvio Berlusconi per tenere in vita il governo delle larghe intese, che tratteggia Alessandro Sallusti nel suo editoriale. Alfano viene paragonato dal direttore del Giornale a quei figli che non potendone più del padre anziano, lo costingono, tra ipocrite parole di affetto a ritirarsi in una casa di riposo. Sallusti immagina il colloquio tra l'anziano padre e l'erede che vede l'anziano genitore come ostacolo alla realizzazione del proprio soddisfacimento. E' questo in estrema sintesi, secondo il direttore, il progetto degli scissionisti. "E' per il tuo bene", scrive, "vedrai che ti starai da Dio, sarai curato meglio, troverai un mucchio di amici e noi ogni domenica verremo a trovarti coi pasticcini. Lui, il padre, non capisce: sta benissimo dov'è e abbozza che deportarlo è come condannarlo a morte e che, insomma, un po' di gratitudine: senza di lui e i suoi sacrifici loro, i fligli, sarebbero in mezzo alla strada. Niente da fare: è per il tuo bene, fidati - ripetono i parenti serpenti -, tu non sei più lucido, noi siamo giovani e con la testa sulle spalle. Noi vogliamo il tuo bene. "Il tuo bene?", si chiede Sallusti. "Diciamo che purtroppo ci sono figli che pensano solo di spartirsi la sua eredità anzitempo: casa, gestione del conto in banca, beni da svendere per fare cassa. E che poi, già al terzo week-end, la domenica sono sulle pista da sci, altro che visita in casa di cura".

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