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Annalisa Chirico a Libero: "Il più deluso dal governo è Sergio Mattarella". Informazioni riservate dal Colle

Cristina Agostini
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Dalla Puglia «con la clava e la sigla dei Flinstones». Per Annalisa Chirico, firma del Foglio e presidente del movimento "Fino a prova contraria", se c'è un'immagine plastica che racchiude i disastri dei demo-grillini sull'ex Ilva e sui dossier sviluppisti è questa. Se la crisi giallorossa, continuando così, è già dietro l' angolo ecco che la "svolta" di Matteo Salvini sull' euro è arrivata al momento giusto. E per lei il «Why not», l' apertura del leghista su Mario Draghi al Quirinale, è più di una conferma di questa svolta: è il «manifesto politico». Partiamo dal dossier ArcelorMittal. Il destino di una fetta fondamentale dell' Italia industriale e di migliaia di lavoratori è appeso a un emendamento con prima firmataria la grillina Barbara Lezzi. «È il segno di un decadimento culturale prima ancora che politico». Il governo sembra immobile. Giuseppe Conte stesso dice di non avere la soluzione in tasca... «Questo governo non sta in piedi, litigano ogni giorno, e sull' Ilva si sta giocando una partita tutta politica. Il ministro Di Maio è pronto a sacrificare l' Ilva pur di conservare la poltrona. Sa bene che un eventuale "scudo" passerebbe con i voti di Pd e Lega e non con quelli del M5s. Insomma, un attimo dopo il premier Conte dovrebbe salire al Quirinale. Con tutto il rispetto, penso che il futuro dell' acciaieria venga prima del futuro politico di Conte e Di Maio». E il Pd? «Il Pd è il partito della sinistra. E sinistra significa dignità del lavoro. L' Italia non può rinunciare all' acciaio. Siamo un paese industriale, anche se qualcuno vorrebbe veder spuntare parchi giochi al posto delle fabbriche. Aggiungo poi che il cosiddetto "scudo" è la garanzia legale minima che sarebbe richiesta anche da eventuali futuri commissari». Leggi anche: "Non ti basta il fratello ucciso?". La nonnina insulta Mattarella e rischia il carcere: interrogatorio-choc, il racconto Pure Renzi e Italia viva hanno votato però per la cancellazione dello scudo. «Adesso piangono lacrime di coccodrillo. Succede. L' esecutivo gialloverde non era meno litigioso, ma almeno Matteo Salvini le sue battaglie le vinceva. Non vorrei che qui si discutesse molto sui giornali salvo poi cedere puntualmente ai diktat di Di Maio». I grillini hanno trovato un' utile sponda dal Pd incarnato da Michele Emiliano anche su Tap e Xylella... «In Puglia possono fondare insieme un nuovo partito: per simbolo la clava e come inno la sigla dei Flintstones». Con quel "Why not" per Draghi capo dello Stato, Matteo Salvini vuole accelerare la crisi del Conte bis? «No, a queste condizioni Salvini ha solo da guadagnare dalla durata dei giallorossi. Più dura questo governo che s' inventa la tassa sullo zucchero, sulla plastica, sulle auto aziendali, che tiene aperti 160 tavoli di crisi e si rassegna a chiudere la principale acciaieria europea, più Salvini cresce nei consensi. Il "why not" invece è un nuovo manifesto politico». In che senso? «Solo chi è accecato dal pregiudizio anti-Salvini non vede l' evoluzione di un leader che cinque anni fa indossava la maglia no-euro, e adesso afferma che la Lega non vuole l' Italexit, che il paese sarebbe penalizzato dall' abbandono della moneta comune, che dobbiamo stare in Europa per riformarla, non per scassarla. L' apertura a un' eventuale elezione del presidente Draghi al Quirinale rientra in questo quadro: l' ex numero uno di Francoforte è l' uomo che ha salvato l' euro, con il suo ormai mitologico "whatever it takes"». La svolta sull'euro Salvini l'ha annunciata proprio in una intervista a lei. Si dice che lei caldeggi questa evoluzione "responsabile". «Un conto è la campagna elettorale, un conto è il governo. Un leader costruisce, allarga. Le persone vogliono essere rassicurate da qualcuno che abbia una visione. Di demolitori ce ne sono già troppi». E l'Europa che ruolo gioca? «Io mi chiedo piuttosto che ruolo gioca l'Italia in Europa. Salvini, che è il leader del primo partito politico, ha il dovere di lavorare ad una rete strategica di alleanze per aumentare l' influenza italiana. La stagione barricadera va archiviata. Se uno ha talento politico, sprecarlo sarebbe un peccato». E per l' ex presidente della Cei Camillo Ruini, sarebbe una sorta di "peccato" non dialogare con Salvini... «Le parole del cardinale Ruini mi hanno colpito, per me resta una delle menti più raffinate nel panorama attuale. Del resto, non capisco perché una Chiesa che dialoga con il governo cinese e con Maduro non dovrebbe parlare con Salvini. Non morde». Salvini non vota la mozione Segre, ma vuole incontrare la senatrice a vita. Per lei è un modo per chiudere una polemica strumentale? «Quella mozione io l' avrei votata, e non perché ne condividessi ogni riga. Talvolta bisogna passare sopra certi dettagli per non essere fraintesi, di perfettismo si muore. Salvini è amico di Israele, da sempre. Mi domando piuttosto se possa dirsi civile un Paese dove una sopravvissuta di Auschwitz e il capo di un partito debbano girare con la scorta per le minacce di morte». Nemmeno due mesi e i giallorossi sono già separati in casa. Mattarella aveva chiesto un governo coeso come unica alternativa al voto. «In effetti, penso che il più deluso di tutti sia proprio il presidente della Repubblica. Non mi sembra che la sua fiducia sia ben ripagata». di Antonio Rapisarda

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