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Gramellini contro Letta: "Parla di 500 assunzioni tra neolaureati, ma propone stage"

Il premier a ottobre annuncia grandi cose per neolaureati. Ma poi il bando è per tirocinanti a 400 euro al mese: "A Roma non ci paghi neanche l'affitto"

Roberto Procaccini
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Ma allora si tratta di assunzioni o di borse che non coprono neanche il fitto di una camera? E' l'ultimo bluff del premier Enrico Premier, che il 22 ottobre aveva annunciato in diretta tv, ospite di Lilli Gruber, "l'assunzione di 500 giovani per la digitalizzazione del patrimonio culturale italiano". Finalmente il governo punta su neolaureati in materie umanistiche? Macchè. A sgamare il gioco delle tre carte del presidente del Consiglio è Massimo Gramellini, editorialista de la Stampa che, quando a quasi due mesi dall'anuncio mediatico ha letto il testo del bando, è sobbalzato sulla sedia. "Si è scoperto che non di assunzione si trattava, ma di tirocinio per dodici mesi (non rinnovabili) - verga il barbuto giornalista nel suo fondo -. I fortunati vincitori lavoreranno a tempo pieno per 416 euro lordi al mese, senza ferie né buoni pasto". E Gramellini, che nutre una profonda sensibilità progressista, nota nel testo del bando anche una "questione di classe": "Considerato che a Roma una stamberga in affitto ne costa almeno 400, netti e possibilmente in nero - punta il dito -, il vero requisito per gli aspiranti digitalizzatori non è la laurea con il massimo dei voti né la buona conoscenza dell'inglese, come recita il bando, ma una famiglia benestante alle spalle che sia in grado di mantenerli per un anno nella Capitale. La famosa uguaglianza dei punti di partenza", chiosa.

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