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Angelo Borrelli, capro espiatorio di Conte: "Come lo chiamano di nascosto", soprannome umiliante

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"Troppo buono", Nella Protezione civile, il giudizio sul capo Angelo Borrelli è unanime Forse è per questo che i commenti cattivi su di lui si precano, anche a Palazzo Chigi. Lo chiamano "il matematico di Bertolaso" ma anche con un molto più cattivo "l'autista di Bertolaso", per sottolineare contemporaneamente l'autorevolezza di Guido Bertolaso, suo maestro (oggi impegnato sul campo in Lombardia, quasi da avversario), e la eccessiva discrezione dell'uomo che ha oggi in mano le redini della guerra al coronavirus, non senza polemiche.

 

 

 

"È la verità. Ho imparato tutto da lui, ma non posso essere lui", spiega Borrelli, secondo quanto riporta il Giornale. Tra retromarce e interviste improvvide, il capo non sta facendo una grande figura, anche perché ha scelto di esporsi in prima persona con la seguitissima conferenza stampa delle 18. "Non è altro che un uomo che è rimasto sempre dietro la scrivania", spiegano dalla Protezione civile. Alle spalle l'esperienza di 6 mesi a L'Aquila, per il post-terremoto, con Bertolaso: "Dormiva in caserma, mangiava insieme ai volontari. Non ha mai alzato la voce con nessuno". In altre parole, "non c'è ragione per parlarne male". Ma forse non è sufficiente per farne un leader riconosciuto, quello di cui l'Italia avrebbe bisogno: per questo rischia di diventare il capro espiatorio del premier Giuseppe Conte e delle colpe del governo.

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