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Carlo De Benedetti attacca Berlusconi ma scorda i suoi guai: il giorno in galera e la "grazia" concessa dai giudici

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Carlo De Benedetti si è macchiato della peggior nefandezza: insultare una persona in ospedale. Proprio così perché mentre Silvio Berlusconi era ricoverato al San Raffaele di Milano, impegnato nella lotta al coronavirus, l'ex patron di Repubblica l'ha insultato. De Benedetti ha ricordato i trascorsi giudiziari del leader di Forza Italia, bollandolo come "imbrogione" e "nocivo per il Paese". Ma l'Ing ha dimenticando i suoi, di guai con la giustizia. Nel lontano 1993 dalla caserma milanese di via Moscova si alzava la voce: "Ingegnere, lei in arresto". Il tutto risale al periodi di Mani Pulite, quando De Benedetti aveva capito che le indagini del pool si avvicinavano - come ricorda Il Giornale - alle tangenti versate dalla sua Olivetti ai partiti della Prima Repubblica. In quel momento l'ingegnere aveva mandato i suoi legali a trattare a Palazzo di giustizia, chiedendo di incontrare Antonio Di Pietro e i suoi colleghi, promettendo di consegnare loro un memoriale-confessione. Una sorta di salvacondotto concesso solo a De Benedetti visto che a Raul Gardini, inventore di Enimont fu negato, tanto che poco dopo si fece saltare le cervella.

 

 

Ottenuto il via libera, il 16 maggio 1993 De Benedetti incontrò i pm nella caserma, ammettendo quello che fino al giorno prima aveva negato, cioè di avere comprato appoggi e appalti a botte di miliardi. Una confessione che non lo salvò dall'espiare le proprie colpe. Essendo state pagate a Roma le mazzette, l'inchiesta sulle tangenti alle poste venne trasferita a Roma. E qui approdò nelle mani di due magistrati meno comprensivi di quelli milanesi. Risultato? Cinque mesi dopo il colloquio con i pool milanese, De Benedetti si vide colpire da un mandato di cattura per corruzione. L'ex patron di Repubblica venne così trasferito a Regina Coeli, ma dodici ore fu portato nella sua casa, ai domiciliari. Al momento del processo, arrivato dieci anni dopo, se la cavò senza danni: lo assolsero per due capi di accusa, e per gli altri due se la cavò con la prescrizione grazie alle attenuanti generiche. Attenuanti che sollevarono qualche dubbio nella pm Maria Cordova: queste - a suo dire "sono state concesse agli imputati maggiori e negate a quelli minori". Insomma, De Benedetti insulta il Cavaliere malato. Quando Berlusconi, a differenza sua, in galera non ci è mai andato.

 

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